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Una nave portata a riva nel porto di Coquimbo, il 17 settembre 2015. (Martin Bernetti, Afp)
Il porto di Coquimbo, il 17 settembre 2015. (Martin Bernetti, Afp)
Tra le macerie di un negozio distrutto dal terremoto, a Coquimbo, il 17 settembre 2015. (Ivan Alvarado, Reuters/Contrasto)
Una strada allagata dalle onde causate dal terremoto a Coquimbo, il 17 settembre 2015. (Ivan Alvarado, Reuters/Contrasto)
Un uomo trasporta resti della sua casa distrutta dal terremoto a Coquimbo, il 17 settembre 2015. (Ivan Alvarado, Reuters/Contrasto)
I resti di un negozio distrutto dalle onde causate dal terremoto a Concón, il 17 settembre 2015. (Rodrigo Garrido, Reuters/Contrasto)
Case distrutte dal terremoto a Concón, nella provincia di Valparaíso, in Cile, il 17 settembre 2015. (Vladimir Rodas, Afp)
Il porto di Coquimbo, il 17 settembre 2015. (Martin Bernetti, Afp)
Un’auto sommersa dall’acqua in una piscina pubblica a Coquimbo, il 17 settembre 2015. (Mauricio Ubilla, Reuters/Contrasto)
Le macerie dopo il sisma a Coquimbo, il 17 settembre 2015. (Ivan Alvarado, Reuters/Contrasto)

Il Cile torna a tremare

Il terremoto che la sera del 16 settembre 2015 ha scosso il Cile centrale ha causato 11 morti e onde anomale nella zona costiera, che hanno costretto un milione di persone ad abbandonare la propria casa.

Il dipartimento di geofisica dell’università del Cile ha registrato una magnitudo di 8,4. L’epicentro è stato localizzato al largo della costa, circa 46 chilometri a ovest della città di Illapel, 300 chilometri a nord della capitale Santiago. Le scosse di assestamento sono durate per tutto il giorno successivo.

Sulla cittadina di Coquimbo, affacciata sull’oceano, si sono abbattute onde alte fino a 4,5 metri: hanno distrutto le barche da pesca, allagato le strade e danneggiato gli edifici.

Il Cile è un paese ad alto rischio sismico e le scosse sono frequenti. Ma l’ultimo terremoto è il più potente da quello del 27 febbraio del 2010, quando i sismografi registrarono una magnitudo di 8,8 gradi. Morirono più di cinquecento persone e circa 220mila abitazioni furono distrutte, anche a causa dello tsunami che arrivò dopo le scosse.

Le foto sono state scattate il 16 e il 17 settembre 2015.

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