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Color, 1970 circa. (Daido Moriyama, Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano)
Color, 1970 circa. (Daido Moriyama, Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano)
Color, 1970 circa. (Daido Moriyama, Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano)
Color, 1970 circa. (Daido Moriyama, Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano)
Color, 1970 circa. (Daido Moriyama, Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano)
Color, 1970 circa. (Daido Moriyama, Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano)
Color, 1970 circa. (Daido Moriyama, Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano)
Color, 1970 circa. (Daido Moriyama, Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano)
Color, 1970 circa. (Daido Moriyama, Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano)
Color, 1970 circa. (Daido Moriyama, Courtesy Galleria Carla Sozzani, Milano)

 I colori di Daido Moriyama

Considerato il maestro della street photography giapponese, Daido Moriyama, classe 1938, per decenni ha raccontato il suo paese attraverso il bianco e nero contrastato, le immagini spesso sfocate e la grana molto evidente. “È il tono del mio mondo interiore, delle emozioni e dei sentimenti che provo ogni giorno per le strade di Tokyo”, racconta in occasione della mostra ospitata alla galleria Sozzani di Milano, che invece ha scelto di presentare le foto a colori dell’artista.

In mostra ci sono centotrenta immagini inedite realizzate da Moriyama tra la fine degli anni sessanta e i primi anni ottanta, il periodo che coincide con la fase della sperimentazione e della formazione dell’autore, e con quello delle contestazioni studentesche che stavano crescendo anche in Europa e negli Stati Uniti.

“Il colore descrive ciò che incontro senza filtri. È gentile, riguardoso, come io mi pongo nei confronti del mondo”, continua Moriyama. Sono frammenti di realtà catturati nei vicoli bui e stretti di Tokyo, tra le luci e la confusione dei locali notturni, nelle auto americane parcheggiate e nei nudi femminili spesso sovraesposti, ma ritratti con uno sguardo intimo e sensuale.

L’esposizione si apre l’8 novembre e dura fino al 10 gennaio 2016.

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