×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Aung San Suu Kyi si rivolge ai suoi sostenitori fuori dalla sua casa a Rangoon, in Birmania, il 1 gennaio 1996. (Thierry Falise, Getty Images)
Una protesta per la liberazione di Aung San Suu Kyi fuori dall’ambasciata della Birmania a Bangkok, in Thailandia, il 31 maggio 2009. (Chaiwat Subprasom, Reuters/Contrasto)
Aung San Suu Kyi tra i suoi sostenitori dopo essere stata liberata il 6 maggio 2002 a Rangoon, in Birmania. (Stephen Shaver, Afp)
Aung San Suu Kyi insieme agli abitanti del villaggio di Salingyi che protestano contro il progetto di costruzione di una miniera di rame, il 14 marzo 2013. (Soe Zeya Tun, Reuters/Contrasto)
Aung San Suu Kyi assediata da una folla di sostenitori e giornalisti, al suo arrivo al seggio per votare, a Rangoon, in Birmania, l’8 novembre 2015. (Jorge Silva, Reuters/Contrasto)
Durante la campagna elettorale a Kawhmu, il 22 marzo 2012. (Reuters/Contrasto)
Aung San Suu Kyi con suo figlio Kim Aris a Rangoon, in Birmania, il 7 dicembre 2010. (Soe Zeya Tun, Reuters/Contrasto)
Aung San Suu Kyi e il presidente degli Stati Uniti Barack Obama a Rangoon, il 19 novembre 2015. (Jason Reed, Reuters/Contrasto)
Aung San Suu Kyi a Rangoon, in Birmania, il 7 luglio 1989. (Jonathan Karp, Reuters/Contrasto)
Aung San Suu Kyi saluta i suoi sostenitori a Hsiseng, in Birmania, il 5 settembre 2015. (Soe Zeya Tun, Reuters/Contrasto)

La regina della Birmania

Secondo i primi risultati parziali, la Lega nazionale per la democrazia (Lnd) di Aung San Suu Kyi ha ottenuto la maggioranza dei seggi già assegnati dalla commissione elettorale birmana, sui 491 sottoposti a voto popolare.

Le prime circoscrizioni scrutinate si trovano nella regione di Rangoon, la capitale economica della Birmania, dove la storica leader dell’opposizione ha un gran numero di sostenitori. Ma il partito del governo uscente, Partito dell’unione per la solidarietà e lo sviluppo, ha già ammesso la sconfitta e ha dichiarato che accetterà i risultati.

Le elezioni legislative dell’8 novembre erano le prime da quando, nel 2011, i generali dell’esercito hanno messo fine a quasi cinquant’anni di dittatura militare. Le elezioni precedenti risalivano al 1990: allora la giunta militare, al potere dal 1960, aveva indetto il voto per formare un comitato che redigesse la nuova costituzione. L’Lnd vinse con il 52,5 per cento dei voti, ma i militari ignorarono il risultato.

Figlia di Aung San, padre dell’indipendenza della Birmania dal Regno Unito ucciso nel 1947 da avversari politici, Aung San Suu Kyi è cresciuta fuori dal suo paese: India, Regno Unito e Stati Uniti. Nel 1988 è tornata in Birmania per sostenere il processo di democratizzazione, fondando la Lega nazionale per la democrazia. Nel 1989 viene arrestata e, diventata simbolo dell’opposizione non violenta al regime militare, nel 1991 ha ricevuto il premio Nobel per la pace. È rimasta agli arresti domiciliari, con alcune interruzioni, fino al 2010. Nel 2012, in occasione delle elezioni suppletive, Suu Kyi è stata eletta in parlamento.

A febbraio il parlamento eleggerà il presidente: Suu Kyi, che ha guidato la campagna elettorale dell’Lnd, non può ricoprire la carica per motivi costituzionali (suo marito era cittadino britannico) e per ora il suo partito non ha un candidato. Suu Kyi ha detto che in ogni caso sarà lei a guidare l’eventuale governo dell’Lnd.

pubblicità