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Ramadan. (Wafaa Samir)
Autoritratto. (Ihsane Chetuan)
Climat de France, Algeri, 2014. (Stéphane Couturier)
Tamesloh, regione del Medio Atlante, Marocco, 2011. (Leila Alaoui)
Sinai park, 2014. (Andrea & Magda)
Un centro di detenzione per migranti a Essaouira, Marocco, 2014. (Samuel Gratacap)
La paura, Egitto, 2015. (Mouna Saboni)
Tifose a Ramallah, Cisgiordania, 2011. (Amélie Debray)
Drops. La crisi idrica a Gaza e in Cisgiordania, 2015. (Massimo Berruti)
I figli di Menya, Egitto, 2013. (Myriam Abdelaziz)

Obiettivi sul mondo arabo

Dall’11 novembre la Maison européenne de la photographie di Parigi inaugura la prima biennale di fotografia dedicata alle opere provenienti dal mondo arabo.

Da sempre orientata alla fotografia contemporanea, la Maison pone l’attenzione sulla rappresentazione dell’attualità di questi paesi, confrontata anche alle opere occidentali. Il progetto privilegia un approccio artistico all’immagine, per lasciare uno spazio più ampio alla riflessione sugli universi politici, ideologici e religiosi in cui nascono queste fotografie.

Secondo Jack Lang, il presidente dell’Istituto del mondo arabo che è l’altro promotore della mostra, la fotografia è il mezzo più adatto per rendere più obiettivo il nostro sguardo su questa parte del mondo, per uscire dai luoghi comuni, rivelare le realtà nascoste e migliorare la comprensione tra i popoli.

La biennale resterà aperta fino al 17 gennaio 2016.

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