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Bagnara Calabra, provincia di Reggio Calabria. (Armando Perna)
Porto di Gioia Tauro, provincia di Reggio Calabria. (Antonio Ottomanelli)
Strada statale 106 Jonica. (Filippo Romano)
Strada statale 111 di Gioia Tauro e Locri. (Allegra Martin)
Gioia Tauro, provincia di Reggio Calabria. (Gaia Cambiaggi)
La strada per Roghudi, provincia di Reggio Calabria. (Francesco Stelitano)
Porto di Saline Joniche, provincia di Reggio Calabria. (PanAut)
Reggio Calabria. (Giulia Ticozzi)
La strada statale 682 Jonio-Tirreno. (Marco Introini)
Solano, provincia di Reggio Calabria. (Maurizio Montagna)
Gioia Tauro, provincia di Reggio Calabria. (Marcello Ruvidotti)

La terza isola italiana

“La fotografia usa il linguaggio della memoria, per questo è uno strumento necessario alla trasformazione del territorio e alla costruzione di nuove città, così come indispensabile per la sua difesa, il suo recupero o la sua ricostruzione”. Con queste parole il curatore e fotografo di The third island Antonio Ottomanelli spiega cos’è il progetto e come è nato.

La Calabria, spesso considerata la terza isola italiana per la difficoltà di essere raggiunta, è al centro del progetto presentato per la prima volta alla Biennale di architettura di Venezia e in occasione del 50° anniversario dell’avvio dei lavori per il tronco A3 Salerno-Reggio Calabria (1965) e il 20° anniversario dell’apertura del porto di Gioia Tauro (1995).

The third island è anche il titolo della mostra ospitata all’Illy art lab durante la Triennale di Milano fino al 20 dicembre 2015, che raccoglie il lavoro di undici fotografi che, insieme a giornalisti, attivisti e imprenditori locali, nel corso di un anno hanno viaggiato in tutta la regione per offrire un punto di vista nuovo sui fenomeni sociali ed economici che intervengono sul territorio a livello fisico e culturale. L’obiettivo è quello di restituire, attraverso la fotografia di architettura e di paesaggio, una visione interdisciplinare e approfondita del territorio e delle forze che lo trasformano.

“La fotografia è uno strumento necessario a costruire ponti di conoscenza, infrastruttura per una memoria viva. E il progetto nasce dall’esigenza di un rapporto più profondo con il territorio”, spiega ancora Ottomanelli.

Tra i fotografi che hanno partecipato ci sono, tra gli altri, Marco Introini, Allegra Martin, Giulia Ticozzi e Francesco Stelitano.,

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