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Cinema America, Trastevere. Inaugurata nel 1956, la sala (tra le poche a Roma con il tetto apribile) è rimasta in attività fino al 2000. Nel 2008 il comitato Cinema America è riuscito a far bocciare il progetto di farne un palazzo da 36 appartamenti. Nel 2014, dopo due anni di occupazione e di recupero della struttura, è stato sgomberato. (Giovanni Corsi)
Cinema Tristar, Collatina. Ha chiuso nel 2008. (Giovanni Corsi)
Rouge et Noir, via Salaria. Nato come cinema varietà oggi è una sala bingo. (Giovanni Corsi)
Metropolitan, via del Corso. Edificato nel 1909 per farne un grande magazzino, nel 1911 diventa un cine-teatro. Dal 1948 prende il nome di Metropolitan; nel 2000 viene ristrutturato e passa da una a quattro sale. Ha cessato la sua attività nel 2010. (Giovanni Corsi)
Nuovo cinema Aquila, Pigneto. Per molti anni è stato un cinema a luci rosse di proprietà della banda della Magliana. Poi è stato confiscato dal comune. Dalla sua apertura nel 2008 è stato gestito da una cooperativa sociale fino al giugno del 2015, quando il comune ha revocato la concessione per i debiti accumulati. (Giovanni Corsi)
Cinema Impero, Torpignattara. Costruito nel 1936, chiude nel 1984. Alla fine del 2014 è stato trasformato in un centro di arti performative. (Giovanni Corsi)
Gregory, via Gregorio VII, ha chiuso nel 2012. (Giovanni Corsi)
Empire, viale Regina Margherita, ha chiuso nel 2012. (Giovanni Corsi)
Edelweiss, Trionfale. Oggi è un negozio di arredamento. (Giovanni Corsi)
Cinema Palazzo, San Lorenzo. Dal 2011 è occupato per impedire l’apertura di un casinò. (Giovanni Corsi)

Buio in sala

Il 28 gennaio 2016 il consiglio dei ministri italiano ha approvato un disegno di legge sul cinema (Disciplina del cinema, dell’audiovisivo e dello spettacolo) che prevede, tra l’altro, la costituzione di un nuovo fondo autonomo con risorse di almeno 400 milioni di euro, incentivi fiscali e contributi automatici per giovani autori e per chi investe in nuove sale e a salvaguardia di cinema, teatri e librerie storici.

Eppure a Roma sono già una quarantina le sale chiuse e abbandonate, alcune di notevole valore storico e architettonico. Sono più di ottanta se si includono quelle trasformate in bingo, supermercati, chiese, negozi, hotel, palestre, banche, sale da ballo, spazi occupati e perfino in una sinagoga e in una sede della massoneria.

L’ultimo ad arrendersi, in ordine cronologico, è stato il cinema Alcazar, a Trastevere, che ha chiuso i battenti il 31 gennaio.

La crisi delle sale cinematografiche, cominciata negli anni ottanta, si è inasprita nell’ultimo decennio. Molte le cause: di certo l’avvento prima delle videocassette, poi dei dvd e infine delle piattaforme che consentono di vedere i film in streaming o di scaricarli. A monte c’è però una politica che non ha saputo, o forse voluto, valorizzare il ruolo culturale, sociale ed economico delle sale cinematografiche e che si è accompagnata a un’incapacità di rinnovamento nella proposta da parte degli esercenti.

Giovanni Corsi ha scattato queste foto tra il novembre e il dicembre del 2015.

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