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Paul Thek, nude, astride zebra, 1965. (Peter Hujar, The estate of Peter Hujar/Per gentile concessione della galleria Fraenkel)
David Wojnarowicz, 1981. (Peter Hujar, Peter Hujar archive)
John Waters (I), 1975. (Peter Hujar, Peter Hujar archive)
John Heys in Lana Turner dress #1, 1979. (Peter Hujar, Peter Hujar archive)
Lower Manhattan from the harbor, 1976. (Peter Hujar, The estate of Peter Hujar/Per gentile concessione della galleria Fraenkel)
Bouche Walker (Reggie’s dog), 1981. (Peter Hujar, The estate of Peter Hujar/Per gentile concessione della galleria Fraenkel)
Self-portrait jumping (I), 1974. (Peter Hujar, The estate of Peter Hujar/Per gentile concessione della galleria Fraenkel)
Fran Lebowitz (at home in Morristown), 1974. (Peter Hujar, Peter Hujar archive)
Andy Warhol (III), 1975. (Peter Hujar, Peter Hujar archive)
Candy Darling on her deathbed, 1973. (Peter Hujar, Peter Hujar archive)
Divine at the Metropolitan museum russian opening (III), 1976. (Peter Hujar, The estate of Peter Hujar/Per gentile concessione della galleria Fraenkel)
Parked car, Brooklyn, 1976. (Peter Hujar, The estate of Peter Hujar/Per gentile concessione della galleria Fraenkel)

Peter Hujar, uno sguardo sull’underground

Peter Hujar (1934-1987) è stato un fotografo statunitense che tra gli anni settanta e ottanta ha raccontato l’underground di New York, dagli artisti e gli scrittori più affermati a personaggi dimenticati che allora animavano le notti della città.

Lavorando esclusivamente in bianco e nero e con generi classici come il nudo e il ritratto, Hujar ha esplorato la sessualità, la malattia, la vita e la morte di persone che conosceva da vicino, evocando in un certo modo lo stesso spirito che prima di lui avevano incarnato August Sander e Diane Arbus. Hujar scattava soprattutto in studio e con il medio formato, per controllare ogni dettaglio. Nonostante questo approccio, le foto che ha realizzato non sono fredde, ma dichiarano subito il rapporto che si instaura tra soggetto e fotografo, riuscendo a cogliere l’essenza della persona che posa per lui.

In questi giorni, negli Stati Uniti, sono in corso due mostre dedicate a Hujar. La prima è Lost downtown ed è organizzata dalla galleria Paul Kasmin di New York (fino al 27 febbraio). Qui la selezione si concentra sui lavori più noti: i nudi e i ritratti di amici e amanti, personaggi carismatici che insieme danno un’idea dell’atmosfera speciale che pervadeva le strade del Lower east side e che, come racconta Stephen Koch, direttore dell’archivio di Hujar, è sparita con la gentrificazione e la diffusione dell’aids.

Con 21 pictures (fino al 5 marzo), la galleria Fraenkel di San Francisco sceglie invece di presentare immagini meno conosciute che fanno spazio a scene più crude e realistiche di New York, tra vicoli desolati, viste sul mare e i ritratti di animali, che Hujar riesce a rendere inconfondibili.

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