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Un attivista dell’organizzazione Pat Jasan dopo aver raccolto dei fiori di oppio su una collina del villaggio di Lung Zar, Birmania, il 1 febbraio 2016. (Hkun Lat, Ap/Ansa)
Attivisti dell’organizzazione Pat Jasan nel villaggio di Lung Zar, Birmania, il 3 febbraio 2016. (Hkun Lat, Ap/Ansa)
L’accampamento degli attivisti dell’organizzazione Pat Jasan nel villaggio di Lung Zar, Birmania, il 23 gennaio 2016. (Hkun Lat, Ap/Ansa)
Uno degli attivisti dell’organizzazione Pat Jasan taglia con un machete delle piante di oppio nel villaggio di Lung Zar, Birmania, il 3 febbraio 2016. (Hkun Lat, Ap/Ansa)
Attiviste dell’organizzazione Pat Jasan attraversano una collina alla ricerca di fiori di oppio, nel villaggio di Lung Zar, Birmania, il 1 febbraio 2016. (Hkun Lat, Ap/Ansa)
Un attivista dell’organizzazione Pat Jasan fa la comunione nel villaggio di Lung Zar, Birmania, il 7 febbraio 2016. (Hkun Lat, Ap/Ansa)
Il leader dell’organizzazione Pat Jasan in riunione per decidere le aree dove andare a sradicare le piante di oppio, a Wai Maw, nello stato birmano di Kachin, il 22 gennaio 2016. (Hkun Lat, Ap/Ansa)
L’arrivo degli attivisti al villaggio Sheng Ju, nello stato birmano di Kachin, il 24 gennaio 2016. (Hkun Lat, Ap/Ansa)
Attivisti sradicano piante di oppio su una collina del villaggio di Lung Zar, nello stato birmano di Kachin , il 3 febbraio 2016. (Hkun Lat, Ap/Ansa)
Le tende degli attivisti dell’organizzazione Pat Jasan nel villaggio di Lung Zar, Birmania, il 29 gennaio 2016. (Hkun Lat, Ap/Ansa)

La battaglia dell’oppio in Birmania

La dipendenza dall’oppio è un problema in molte delle comunità più povere della Birmania. Ma per gli agricoltori che lo coltivano è l’unica fonte di guadagno.

Questa contraddizione emerge sopratutto nello stato settentrionale di Kachin. Migliaia di uomini e donne fanno incursioni nei campi e sradicano i fiori di papavero da cui si ricavano l’oppio e il suo derivato, l’eroina. Appartengono al movimento Pat Jasan, un gruppo di religione battista.

Il 25 febbraio alcuni degli attivisti del gruppo si sono scontrati con i contadini che volevano proteggere i loro campi. Quindici anni fa, le autorità birmane avevano annunciato un piano per convertire le piantagioni d’oppio ed eliminarle entro il 2014. Si è registrata una riduzione significativa, ma il paese continua ad essere il secondo tra quelli che producono più oppio al mondo, dopo l’Afghanistan.

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