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Patti Smith, Parigi, 2007. (Renaud Monfourny)
Devendra Banhart, Parigi, 2004. (Renaud Monfourny)
Jef Barbara, Parigi, 2013. (Renaud Monfourny)
Iggy Pop, Parigi, 1996. (Renaud Monfourny)
Nirvana, Seattle, 1993. (Renaud Monfourny)
Nick Cave, Londra, 1988. (Renaud Monfourny)

Rock in bianco e nero

Fotografo e cofondatore della rivista Les Inrockuptibles, Renaud Monfourny è conosciuto soprattutto per i suoi ritratti in bianco e nero. Ed è in occasione della sua mostra Sui generis, alla Maison européenne de la photographie di Parigi, che ne ha selezionati 131 tra le migliaia che ha realizzato nel corso della sua carriera.

Lettore della testata francese fin dal suo esordio, riuscì a pubblicare la prima foto sul quarto numero. Era un ritratto alla band francese Rita Mitsouko, ricorda Christian Caujolle, che su Internazionale ha raccontato la mostra a Parigi e il libro che l’accompagna. Da quel momento Monfourny ha partecipato a tutte le tappe degli Inrockuptibles, che gli ha riservato anche l’ultima pagina, chiamata Carte blanche (et noire). Davanti al suo obiettivo sono passati protagonisti della scena rock, della letteratura, della pittura, del cinema e anche fotografi come Robert Frank, William Eggleston, Anders Petersen e Helmut Newton.

Guardando le immagini di Monfourny “si nota l’equilibrio dell’insieme, raggiunto grazie alla forma quadrata delle immagini e alla scelta dello sfondo e della distanza, intuitiva ma sempre perfetta. Ma soprattutto si capisce che il fotografo ama i suoi soggetti, che c’è tenerezza, rispetto, umiltà, condivisione”, spiega Caujolle.

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