×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Una donna musulmana nel centro sanitario gestito dal Ccm (Comitato collaborazione medica), nel villaggio di Anole, nella regione di Oromia. In Etiopia ci sono oltre 25 milioni di musulmani; l’Islam è la seconda religione nel paese dopo il cristianesimo. La maggior parte dei musulmani sono di origine sunnita. (Francesco Cocco)
Una madre con i suoi figli che devono essere pesati nel reparto maternità dell’ospedale St. Luke di Wolisso, in Etiopia. Il 9 per cento dei bambini etiopi al di sotto dei cinque anni è affetto da malnutrizione acuta, il quaranta per cento da malnutrizione cronica. (Francesco Cocco)
Un ex centro di addestramento militare costruito sotto il regime del Derg (1974-1987) vicino ad Anole, nella regione di Oromia. Attualmente la struttura è un rifugio per un gruppo di etiopi e somali sfuggiti dalle zone colpite dalla siccità. (Francesco Cocco)
Un abitante dell’ex centro di addestramento militare vicino ad Anole, nella regione di Oromia. (Francesco Cocco)
La statua di un angelo nel giardino interno all’area dell’ospedale St. Luke a Wolisso, a 120 km da Addis Abeba. Il bacino di utenza dell’ospedale è di circa 430mila persone. (Francesco Cocco)
Una giovane donna che ha appena partorito viene assistita dalla sorella e dalla figlia maggiore nel centro sanitario Agetu nella zona di Bale, nella regione di Oromia. (Francesco Cocco)
Il marito di una donna affetta da aids, anche lui sieropositivo, nel reparto dell’ospedale St. Luke per i malati di tubercolosi e hiv. (Francesco Cocco)
Un bambino ricoverato nell’ospedale St. Luke, a Wolisso. (Francesco Cocco)
Una donna musulmana nel centro sanitario gestito dal Ccm (Comitato collaborazione medica), nel villaggio di Anole, nella regione di Oromia. (Francesco Cocco)
Addis Abeba all’alba.

La lotta dell’Etiopia contro l’aids

In Etiopia negli ultimi anni sono stati fatti molti passi in avanti nella lotta alla diffusione del virus dell’hiv, ma i passi ancora da fare sono molti. Tra il 2009 e il 2013 i nuovi casi di hiv si sono ridotti del 57 per cento, grazie a maggiori investimenti nella creazione di ospedali e di centri di cura, nella formazione degli operatori sanitari e nella diffusione delle informazioni per la cura della malattia che hanno portato sempre più persone a ricorrere agli ospedali. Ma si stima che ci siano ancora 800mila persone affette da hiv e la malattia rappresenta la seconda causa di morte nel paese.

Il fotografo Francesco Cocco è andato in Etiopia dal 10 al 16 febbraio insieme all’associazione Aidos, nell’ambito del progetto Increasing Italy’s commitment to the Global fund to fight aids dell’Osservatorio aids.

pubblicità