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Beryl Chen, 1953. (René Groebli)
Rail magic, 1949. (René Groebli)
Robert Frank, 1949 (René Groebli)
Il generale Naguib, Alessandria d’Egitto, 1952. (René Groebli)
Londra, 1949. (René Groebli)
Brassaï, 1949. (René Groebli)
Landdienst, 1946. (René Groebli)
The eye of love, 1952. (René Groebli)
Zurigo, 1949. (René Groebli)
Landdienst, 1946. (René Groebli)

La riscoperta del fotografo svizzero René Groebli

Il primo a notare il talento del fotografo svizzero René Groebli (1927) fu Edward Steichen, quando negli anni quaranta dirigeva il dipartimento del Museum of modern art di New York. Steichen acquistò nella collezione del museo la fotografia The eye of love e inserì Groebli nella storica mostra The family of man (1955).

In seguito, il fotoreporter e professore tedesco Otto Steinert riconobbe le potenzialità di Groebli mostrando in una serie di mostre quanto il suo stile fosse caratterizzato dal movimento. Groebli non ha mai concepito le sue immagini in maniera statica ma dinamica, come se esistesse un movimento centrifugo, dal centro verso l’esterno.

René Groebli può essere considerato un tassello mancante nella storia della fotografia svizzera, a cui ora la galleria Bildhalle di Kilchberg, vicino a Zurigo, vuole rendere giustizia. La mostra dedicata a Groebli è incentrata sui primi lavori realizzati tra il 1945 e il 1955, in cui emerge tutto il romanticismo di un maestro moderno. Sarà aperta fino al 14 maggio.

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