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Un predicatore a Wall street, New York, 2011. (Christopher Anderson, Magnum)
Un uomo mutilato pulisce una stella della Hollywood walk of fame, Los Angeles, 2005. (Juliana Sohn)
Il cuoco di un resort di lusso aspetta gli ospiti durante un evento nella riserva nazionale di Masai Mara, Kenya, 2012. (Guillaume Bonn, Institute)
Tong, 29 anni, posa in uno studio fotografico di Shanghai specializzato in matrimoni, 2013. (Guillaume Herbaut, Institute)
Un ospite del Marina Bay Sands hotel nuota nella piscina al 57° piano, Singapore, 2013. (Paolo Woods e Gabriele Galimberti, Institute)
Cameriere preparano una stanza nella casa di una famiglia benestante, Kenya, 2011. (Guillaume Bonn, Institute)
Varvara nel cinema costruito nella sua casa, Mosca, 2010. (Anna Skladmann)
Un’opera di Jeff Koons nel museo Stedelijk di Amsterdam, 2012. (Henk Wildschut)
Un uomo di 25 anni si sottopone a rinoplastica, Londra, 2011. (Zed Nelson)
Cheshire, Ohio, 2009. (Daniel Shea)

Il mondo visto dall’1 per cento

Secondo Joseph E. Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001, nel mondo c’è una forte disuguaglianza nella distribuzione della ricchezza. La metà più povera della popolazione mondiale possiede meno dell’1 per cento della ricchezza globale, mentre il 10 per cento più ricco possiede l’86 per cento di tutta la ricchezza. Il progetto One per cent privilege in a time of global inequality parte da queste considerazioni per raccogliere immagini che esaminano la ricchezza al livello globale e in modi differenti.

Il progetto nasce come libro e mostra itinerante, che ora approda per la prima volta in Italia, presso i Magazzini fotografici di Napoli (dal 28 aprile al 28 dicembre 2016). La selezione è stata curata dal photo editor di Time Myles Little e da Yvonne De Rosa.

Myles Little (1984) è stato premiato in questi anni per il suo lavoro su diverse pubblicazioni e tiene conferenze internazionali sulla fotografia. Per sviluppare l’idea di One per cent privilege in a time of global inequality ha usato come principale punto di riferimento la storica mostra The family of man, curata nel 1955 da Edward Steichen e con cui si voleva rendere una grande visione dell’umanità.

Dopo un lavoro durato due anni, ora Little racconta il nostro mondo e il nostro tempo per esaminare una piccola parte dell’umanità che vive nel privilegio sperando che il progetto possa sollevare una discussione su questa situazione. Se Steichen aveva realizzato un insieme democratico di immagini, scattate sia da fotografi famosi sia da quelli sconosciuti, Miles punta a un approccio più esclusivo. Ha selezionato un numero ristretto di autori affermati e raffinati, tra i più bravi del momento, con l’intenzione di “prendere in prestito il linguaggio del privilegio e usarlo per criticarlo”.

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