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Fortunate, 16 anni, prepara il bucato a Chitungwiza, nel novembre del 2015. (Mary Turner, Getty Images)
Una messa di cristiani apostolici a Harare, il 6 ottobre 2015. (Mary Turner, Getty Images)
Un condominio a Mbare, il 9 ottobre 2015. (Mary Turner, Getty Images)
Ragazzi giocano a biliardo a Chitungwiza, l’8 ottobre 2015. (Mary Turner, Getty Images)
Donne sistemano i capelli ai loro figli a Chitungwiza, il 9 ottobre 2015. (Mary Turner, Getty Images)
Due uomini cercano di distruggere un nido di api a Chimanimani, il 29 ottobre 2015. (Mary Turner, Getty Images)
Giovani donne cuciono delle tende a Chitungwiza, il 9 novembre 2015. (Mary Turner, Getty Images)
Maud lavora come domestica in una casa di Chimanimani, il 26 ottobre 2015. (Mary Turner, Getty Images)
Alcune persone aspettano un autobus per raggiungere Chimanimani, il 26 ottobre 2015. (Mary Turner, Getty Images)
Una ragazza balla in strada a Chitungwiza, il 9 ottobre 2015. (Mary Turner, Getty Images)

Scene di vita dallo Zimbabwe

Il 14 aprile i sostenitori del Movimento per il cambiamento democratico, che si oppone al presidente Robert Mugabe, sono scesi in piazza nella capitale Harare per chiedere riforme contro la povertà e la recessione economica. Erano solo duemila persone. Eppure si è trattato del corteo più numeroso dell’ultimo decennio.

Soprattutto, la polizia non è intervenuta per disperdere i manifestanti nonostante la protesta non fosse autorizzata. È il segno che qualcosa sta cambiando, anche sotto la guida più che trentennale di Mugabe, che è diventato primo ministro nel 1980, presidente nel 1987, e oggi è ancora al potere a 92 anni.

Nel 2015 l’altissima inflazione ha indotto la banca centrale dello Zimbabwe a rinunciare alla valuta nazionale, sostituita nella vita quotidiana dal dollaro statunitense, dal rand sudafricano e dallo yuan cinese. Il toccante reportage di Mary Turner racconta la crisi economica del paese africano, fotografando scene di vita quotidiana quasi sempre nella semioscurità: la fornitura di energia elettrica, infatti, è garantita solo poche ore al giorno. Inoltre, una vasta operazione di smantellamento delle baraccopoli, cominciata nel 2005, ha lasciato più di 700mila persone senza casa e senza alternative.

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