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La frontiera tra Belgio e Francia, ad Alveringem, il 21 marzo 2016. (François Lenoir, Reuters/Contrasto)
Il posto di frontiera tra Lauterbourg, Francia, e Berg, Germania, è diventato un ristorante e un museo. La foto è del 24 febbraio 2016. (Vincent Kessler, Reuters/Contrasto)
La frontiera tra Francia e Germania a Scheibenhard, il 24 febbraio 2016. (Vincent Kessler, Reuters/Contrasto)
La frontiera tra Austria e Slovacchia, vicino a Kittsee, il 7 marzo 2016. (Leonhard Foeger, Reuters/Contrasto)
Valico di Fanghetto, la vecchia frontiera tra Francia e Italia, il 29 gennaio 2016. (Eric Gaillard, Reuters/Contrasto)
Il posto di frontiera di Valenca, in Portogallo, il 14 marzo 2016. (Miguel Vidal, Reuters/Contrasto)
Il posto di frontiera tra Belgio e Francia a Leers-Nord, il 21 marzo 2016. (François Lenoir, Reuters/Contrasto)
La frontiera tra Austria e Ungheria, vicino a Rattersdorf, l’8 marzo 2016. (Leonhard Foeger, Reuters/Contrasto)

L’Europa delle frontiere

Il 14 giugno 1985 Belgio, Francia, Germania, Lussemburgo e Paesi Bassi hanno firmato l’accordo di Schengen, che progressivamente ha eliminato i controlli alle frontiere interne e ha introdotto la libertà di circolazione per tutti i cittadini dei paesi firmatari, di altri paesi dell’Unione europea (Ue) e di alcuni paesi terzi. L’Italia ha aderito nel 1990. Attualmente lo spazio di Schengen comprende 22 dei 28 paesi dell’Ue più Islanda, Liechtenstein, Norvegia e Svizzera.

Tra il 2015 e il 2016, l’emergenza umanitaria dei profughi arrivati in Europa (più di un milione, secondo l’Organizzazione internazionale per le migrazioni) e gli attentati commessi a Parigi e a Bruxelles hanno spinto alcuni stati a reintrodurre i controlli alle frontiere, mettendo in pericolo uno dei pilastri dell’Ue.

L’apertura delle frontiere è stata infatti alla base dell’integrazione europea, agevolando il turismo, i viaggi, gli scambi commerciali e la crescita economica dei paesi aderenti. Ora molti si aspettano la riapertura dei posti di frontiera, che dopo anni di spostamenti senza passaporti erano diventati dei luoghi abbandonati, tranne alcuni che erano stati riciclati in ristoranti o in un musei.

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