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Durante le riprese del film Liao Zhongkai, di Tang Xiaodan, ambientato negli anni venti. Shanghai, 1982. (Patrick Zachmann, Magnum)
Giovane prostituta proveniente dalla provincia di Henan, in un centro massaggi di Pechino, 2001. (Patrick Zachmann, Magnum)
Wenzhou, 2007. (Patrick Zachmann, Magnum)
Affiliato a una triade con la sua ragazza, Hong Kong, 1988. (Patrick Zachmann, Magnum)
Piazza Tiananmen, Pechino, maggio 1989. (Patrick Zachmann, Magnum)
Canton, 1992. (Patrick Zachmann, Magnum)

Il lungo viaggio di Patrick Zachmann in Cina

Sono più di trent’anni che il fotoreporter Patrick Zachmann (1955) esplora la Cina, da nord a sud, raccontandone i momenti essenziali della sua storia contemporanea. Dalla criminalità di Hong Kong alla trasformazione di Pechino e agli eventi di piazza Tiananmen, fino al terremoto nel Sichuan e all’esposizione universale di Shanghai, Zachmann ha colto le mutazioni di un paese, senza perdere di vista l’evoluzione dell’identità cinese.

Il primo viaggio di Zachmann risale al 1982 per realizzare un reportage sul cinema cinese. Presto la sua attenzione passa dal cinema alla diaspora cinese nel mondo, un tema che lo porta a conoscere la Cina meridionale, regione da cui provengono la maggior parte degli immigrati che raggiungono l’occidente. Da questo momento il fotografo torna nel paese una ventina di volte allargando il suo campo di interesse anche alle metropoli, dove assiste ai cambiamenti in atto nella società cinese, dagli anni ottanta a oggi. Nel paesaggio urbano in continua evoluzione, Zachmann guarda chi lotta ogni giorno per sopravvivere, come i mingong, poveri contadini scappati dalla miseria delle campagne, diventati in città gli schiavi che stanno costruendo la Cina del futuro.

La Maison européenne de la photographie di Parigi ha voluto raccontare il lungo viaggio a oriente di Zachmann con la mostra So long, China, aperta ancora per pochi giorni, fino al 5 giugno.

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