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Attesa, opera n. 23, 1999. (Mimmo Jodice)
Alba fucens, 2008. (Mimmo Jodice)
Bruciatura, 1978. (Mimmo Jodice)
Il compagno di Ulisse, Baia, 1992. (Mimmo Jodice)
Frattura, 1970. (Mimmo Jodice)
Teatralità quotidiana a Napoli. (Mimmo Jodice)
Atleti della Villa dei Papiri (Polittico), 1986. (Mimmo Jodice)
Eden, opera n. 39, 1995. (Mimmo Jodice)
Sperlonga, 1993. (Mimmo Jodice)
Eden, opera n. 37, 1995. (Mimmo Jodice)
Teatralità quotidiana a Napoli. (Mimmo Jodice)
Teatralità quotidiana a Napoli. (Mimmo Jodice)

La macchina del tempo di Mimmo Jodice

Attesa, 1960-2016 è il titolo di una grande retrospettiva che il museo Madre di Napoli dedica al fotografo Mimmo Jodice. Un percorso di oltre cento opere, scattate da una macchina da presa che si fa macchina del tempo “nella sua perlustrazione del mondo in cui non si riconoscono più lo spazio o il tempo reali”, spiegano i curatori.

Il percorso espositivo è stato suddiviso in varie sezioni. L’inizio e la fine sono dedicati alle ricerche sperimentali di Jodice, opere in cui ha esplorato ogni potenzialità del linguaggio fotografico: le sue immagini sono state strappate, sovrapposte, saturate e desaturate. Si passa poi alle foto che ha realizzato tra gli anni sessanta e settanta a Napoli, tra cortei e feste popolari, nei manicomi e nelle carceri, tra i lavoratori delle fabbriche, tra cui gli impianti di Bagnoli, nelle periferie napoletane.

Le immagini di Jodice non sono solo un documento delle epoche che ha ritratto, ma mostrano anche un impegno etico che ha saputo raccontare comportamenti collettivi, ideologie e credenze.

La mostra sarà aperta dal 24 giugno al 24 ottobre 2016.

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