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Dr. Duanus. (Duane Michals)
Corrispondenze. (Ilaria Abbiento)
La copertina di Artists & Photographs, dalla collezione Jan Van Der Donk.
Adriatic sea (staged) dancing people 2015. (Olivo Barbieri)
New York, 1966. (Lee Friedlander)
L’inachevé. (Julien Lombardi)
Fountain, Colorado. (Andrea Modica)
Concrete island. (Paola Di Bello)
Home movies. (Giuseppe Di Mattia)
Restricted areas. (Danila Tkachenko)
From 7 to 7. (Michela Benaglia)
S.t., s.d. (Ulisse Bezzi)
5. (Fabio Sandri)
Hands, 1935. (Max Dupain)

Ai confini di Savignano

Dal 9 all’11 settembre torna il Si Fest, il festival di fotografia a Savignano sul Rubicone giunto alla sua 25ª edizione.

Per celebrare questo anniversario importante, gli organizzatori hanno scelto di pensare il festival esplorando il concetto di confine. La metafora non è casuale per un festival che si svolge nell’esatto punto di incontro tra le province di Rimini e Forlì-Cesena, lungo il fiume Rubicone, dove nel 49 avanti Cristo Giulio Cesare pronunciò la frase “alea iacta est” (il dado è tratto).

Una delle mostre più attese del festival è quella di Duane Michals (1932), grande innovatore che ha ridefinito la narrazione per mezzo delle immagini. A Savignano il fotografo statunitense sarà presente con la mostra Dr. Duanus, che propone le opere più celebri (Sequenze, Foto-testi e i Ritratti). La selezione è stata fatta appositamente per il festival dall’archivio di Michals.

Il confine e il suo superamento sono esplorati anche da altri autori. Da sempre interessato alla rappresentazione del paesaggio, Olivo Barbieri (1954) con Adriatic sea (staged) dancing people 2015 ha guardato il litorale adriatico a bordo di un elicottero e ha ritratto i turisti che lo popolano. Da Vasto a Ravenna, Barbieri rappresenta una specie di danza, una cerimonia sociale in cui le persone diventano i segni di una storia.

A Savignano il fotografo russo Danila Tkachenko (1989) porta Restricted areas, un lavoro realizzato perlustrando la Russia, dai confini con il Kazakistan e la Bulgaria fino al polo nord per trovare tutte le aree militari e di ricerca spaziale che sono rimaste segrete durante la guerra fredda. La mitizzazione sovietica del progresso tecnologico per Tkachenko si è lasciata dietro solo rovine su uno sfondo bianco, come a intendere che per ogni progresso arriva sempre una fine.

In programma ci sono anche le mostre di Albert&Verzone, Luigi Erba, Paola Di Bello, Fabio Sandri, Giuseppe Di Mattia, Ulisse Bezzi.

Tra gli eventi speciali, ci sono due progetti collettivi. L’idea di A secret about a secret nasce dall’incontro tra il collezionista Marco Antonetto e la fotografa Silvia Camporesi che hanno selezionato una serie di opere, dalla collezione di Antonetto, per tracciare una particolare storia della fotografia votata a un linguaggio di confine e a uno sguardo non ordinario. Tra le immagini esposte ci sono quelle di Diane Arbus, Luigi Ghirri e Lee Friedlander.

Guido Guidi è coinvolto nel secondo progetto, Una ricognizione, torri dell’acqua in Romagna, ideato per il 50° anniversario della società Romagna Acque, che gestisce l’acquedotto della Romagna. Guidi, con altri sei fotografi (Mattia Sangiorgi, Emanuele Benini, Mario Beltrambini, Nicola Biondi, Sauro Errichiello e Antonello Zoffoli), porta avanti uno studio sulle torri dell’acquedotto che caratterizzano il paesaggio della provincia romagnola.

Parallelamente al festival si svolgerà il Si Fest off, il circuito indipendente dedicato a forme di sperimentazione e ibridazione nella fotografia e nelle arti visive. Tutte le mostre resteranno aperte fino al 25 settembre 2016.

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