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Carte de visite di Sojourner Truth, 1864. (UC Berkeley art museum and Pacific film archive/Darcy Grimaldo Grigsby)
Parte posteriore della carte de visite di Sojourner Truth, 1864. (UC Berkeley art museum and Pacific film archive/Darcy Grimaldo Grigsby)
Sojourner Truth con una foto di suo nipote James Caldwell, nel 1863. (UC Berkeley art museum and Pacific film archive/Darcy Grimaldo Grigsby)
Carte de visite di Frederick Douglass, 1879 circa. (Darcy Grimaldo Grigsby)
Carte de visite di Sojourner Truth, 1864–1865. (UC Berkeley art museum and Pacific film archive/Darcy Grimaldo Grigsby)
Carte de visite di John Sharper, 1863 circa. (UC Berkeley art museum and Pacific film archive/Darcy Grimaldo Grigsby)
Carte de visite, fine diciannovesimo secolo. (UC Berkeley art museum and Pacific film archive/Darcy Grimaldo Grigsby)
Carte de visite con una frase sull’emancipazione, 1863 circa. (UC Berkeley art museum and Pacific film archive/Darcy Grimaldo Grigsby)
Carte de visite per la commemorazione di Charles Robert Woods and William Burnham Woods due soldati dell’esercito statunitense, 1865. (UC Berkeley art museum and Pacific film archive/Darcy Grimaldo Grigsby)
Carte de visite, fine diciannovesimo secolo. (UC Berkeley art museum and Pacific film archive/Darcy Grimaldo Grigsby)
Carte de visite con didascalia: l’istruzione è benessere. Wilson, Charley, Rebecca & Rosa, schiavi di New Orleans, 1864 circa. (Darcy Grimaldo Grigsby)
Carte de visite di Marshall Bachelder e Cornelia Bachelder, 1865 circa. (Darcy Grimaldo Grigsby)

Una vita contro la schiavitù

Non sapeva né leggere né scrivere, e la prima volta che è stata venduta come schiava aveva 13 anni. Nata a New York nel 1797 circa, Sojourner Truth è conosciuta soprattutto come attivista dei diritti dei neri e delle donne, e per l’abolizione della schiavitù e della pena di morte.

Nonostante fosse analfabeta, ha dettato i suoi diari e molti articoli che sono stati pubblicati su varie riviste, e ha pronunciato, tra gli altri, uno dei discorsi più significativi per i diritti delle donne durante la convention dell’Ohio nel 1851, in seguito conosciuto con il titolo Ain’t I a Woman?

Parte della sua fama è dovuta anche ai suoi ritratti stampati sulle cartes de visite che fece quando aveva più di sessant’anni e fino a qualche tempo prima della sua morte, nel 1883. Le cartes de visite, inventate dal fotografo André-Adolphe-Eugène Disdéri nel 1854, erano fotografie di piccolo formato montate su un cartoncino di dieci centimetri. Queste immagini erano un’alternativa economica per le persone che non potevano permettersi i ritratti più grandi realizzati con i dagherrotipi, e un modo semplice per avere un ricordo della propria famiglia o dei propri defunti.

A differenza delle comuni cartes de visite, quelle di Sojourner Truth portavano sotto o sul retro dell’immagine, non il nome del fotografo, ma il suo. Truth infatti vendeva le sue cartes de visite durante i suoi incontri e le inviava per posta ai suoi sostenitori. Erano il mezzo con cui si faceva conoscere e diffondeva le proprie idee. Accanto al suo nome, per esempio, aveva aggiunto la frase: “Vendo la forma per sostenere la sostanza. Sojourner Truth”. Uno dei ritratti più conosciuti è quello in cui ha dei ferri e un gomitolo per la maglia, un’immagine con cui voleva comunicare il senso del lavoro come strumento di emancipazione per gli schiavi.

La mostra al centro Bampfa dell’università di Berkeley, esposta fino al 23 ottobre 2016, raccoglie le cartes de visite di Truth e ricostruisce la sua storia attraverso appunti, immagini, lettere, autografi, francobolli e ritagli di giornali.

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