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Dipinti dedicati a Napoli in vendita in via Marina, aprile 2016. (Carlo Rainone)
Ettore Corrado Araimo, 71 anni, cavaliere del Sacro militare ordine costantiniano di San Giorgio nella sua casa a Napoli, febbraio 2016. (Carlo Rainone)
Fuori del museo di Pietrarsa a Napoli, aprile 2016. La statua di Ferdinando II delle Due Sicilie coperta durante il restauro. (Carlo Rainone)
La famiglia reale di Borbone-Due Sicilie. Da sinistra: la principessa Maria Carolina duchessa di Palermo, la principessa Camilla duchessa di Castro, il principe Carlo duca di Castro e la principessa Maria Chiara duchessa di Capri, maggio 2016. Il Principe Carlo è uno dei due pretendenti alla guida della real casa di Borbone Due Sicilie. (Carlo Rainone)
Piccole statute dedicate ai cinque re della famiglia Borbone, febbraio, 2016. (Carlo Rainone)
Un manichino viene vestito con una divisa dell’esercito borbonico durante l’incontro annuale del Movimento neoborbonico a Gaeta, in provincia di Latina, febbraio 2016. Ogni anno i partecipanti si incontrano per ricordare l’assedio di Gaeta del 1860-1861. (Carlo Rainone)
La statua della sirena Partenope nella sede del movimento Nazione napolitana indipendente, marzo 2016. Partenope è considerata la dea protettrice della città. (Carlo Rainone)
Soldati della guardia d’onore del III Reggimento fanteria di linea principe riposano durante un evento di rievocazione storica nei giardini della reggia di Capodimonte a Napoli, aprile 2016. (Carlo Rainone)
Un laboratorio che ancora oggi produce porcellana di Capodimonte, Napoli, aprile 2016. La Real Fabbrica di Capodimonte fu creata nel 1743 per volere di Carlo di Borbone e di sua moglie. (Carlo Rainone)
Atleti della squadra Briganti Napoli american football prima di una partita di campionato, aprile 2016. (Carlo Rainone)

I nostalgici del regno borbonico

Nel 1861, con la proclamazione del Regno d’Italia, scomparve dalle carte geografiche il Regno delle Due Sicilie, che dal 1816 aveva unito il sud Italia sotto un’unica bandiera. La famiglia regnante, i Borbone, fu costretta a fuggire e gli abitanti si trovarono improvvisamente senza un paese.

Una parte consistente della popolazione del sud non era infatti d’accordo con il processo di unificazione in corso – molti neanche parlavano l’italiano – e continuò per anni a combattere contro i nuovi governanti.

Oggi, dopo 155 anni dall’unità d’Italia, molti napoletani guardano ancora con nostalgia al loro passato. “La gente si sente lasciata indietro”, spiega il fotografo Carlo Rainone, che ha documentato la realtà dei crescenti movimenti neoborbonici, popolari particolarmente tra la classe operaia. “Aderendo a questi movimenti, sperano che le cose possano cambiare per il sud e per Napoli”.

Molti sono nati con lo scopo di riscoprire e condividere la storia del Regno delle Due Sicilie, che ritengono sia stata in parte nascosta in parte falsificata dai governanti italiani. Questi gruppi stanno facendo un meticoloso, e quasi religioso, lavoro nel radunare le persone attraverso eventi e incontri per stimolare la loro voglia di trovare la propria identità e il loro orgoglio di essere napoletani. Molte sono delle semplici associazioni culturali mentre altri diventano dei veri e propri movimenti secessionisti.

Intanto, i discendenti della famiglia Borbone hanno guadagnato una popolarità inaspettata dopo essere stati dimenticati per più di un secolo, e ora stanno discutendo su chi è il legittimo erede della corona.

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