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Nella campagna nei dintorni del villaggio di Habaki. Durante l’estate gli agricoltori non seguono le regole della vita cittadina. Gli orologi segnano ancora l’ora solare e il mese del digiuno viene spostato in inverno. (Linda Dorigo)
La preghiera del venerdì a Marivan. La moschea della città è troppo piccola per contenere tutti i fedeli, così la strada principale e quelle adiacenti al bazar vengono occupate per la preghiera. (Linda Dorigo)
Nel villaggio di Habaki i lavoratori impiegati nella raccolta dei ceci arrivano da tutte le parti del Kurdistan. (Linda Dorigo)
Una casa di Habaki. Prima che il Partito democratico del Kurdistan iraniano (Pdki) impiantasse le proprie basi operative nel Kurdistan iracheno, la zona dove sorge il villaggio è stata oggetto di scontri tra la guerriglia curda e il governo di Tehran. (Linda Dorigo)
Il lago di Mahabad. La Repubblica di Mahabad, brevissimo tentativo di autonomismo curdo, è stata fondata nel 1946 dal leader Qazi Muhammad. (Linda Dorigo)
Il villaggio di Dezly si trova sulle montagne dell’Hawraman, al confine tra Kurdistan iraniano e Kurdistan iracheno. L’area è controllata da agenti governativi a causa della presenza di gruppi armati curdi come il Partito della libertà del Kurdistan (Pjak). (Linda Dorigo)
Durante il mese di Ramadan una donna prega tra gli alberi da frutta della sua proprietà, alla periferia di Mahabad. (Linda Dorigo)
La comunità curda è stata assimilata dalla maggioranza persiana. L’Iran non permette l’insegnamento della lingua curda nelle scuole. Tuttavia, dopo un decennio di lotta politica, due professori sono riusciti ad introdurre lo studio della lingua locale nell’università di Sanandaj. (Linda Dorigo)
Durante le celebrazioni per il nuovo anno, la gente si raduna alla periferia di Sanadaj per dare il benvenuto alla primavera. (Linda Dorigo)
La leggenda narra che nei dintorni del villaggio di Legzi un agricoltore abbia corrotto i tecnici incaricati di costruire la nuova strada perché questa avrebbe attraversato la sua proprietà. È stata così progettata una brusca curva a gomito, ribattezzata “curva del tacchino” in memoria del pennuto donato come ringraziamento. (Linda Dorigo)

La lotta quotidiana dei curdi iraniani

Nel nordovest dell’Iran vivono almeno quattro milioni di curdi, che seguono l’islam sunnita, diversamente dalla maggioranza sciita degli iraniani. La loro vita è in gran parte pacifica, in particolare se confrontata con quella dei curdi in Turchia, in Siria e in Iraq. Tuttavia questa minoranza subisce forme di discriminazione, soprattutto nel mondo del lavoro, e non gode di un’adeguata rappresentanza politica.

Il governo riformista di Hassan Rohani aveva promesso di migliorare la situazione dei curdi e delle altre minoranze, ma finora non ci sono stati risultati concreti. Negli ultimi tempi alcuni gruppi ribelli, come il Partito democratico del Kurdistan iraniano (Pdki, che da vent’anni si è rifugiato in Iraq), hanno annunciato di voler riprendere la lotta armata contro il governo di Teheran, e si sono moltiplicati gli scontri con i soldati iraniani lungo il confine montagnoso tra l’Iran e l’Iraq.

Nella vita quotidiana i curdi iraniani hanno mantenuto tradizioni come il newroz, il capodanno persiano, e la mistica sufi. Anche se ormai gli usi e costumi popolari sono in gran parte raccolti nei musei di Sanandaj e Mahabad, di recente alcuni professori dell’università di Sanandaj sono riusciti a inserire la lingua curda nei programmi di studio.

Le foto sono state scattate da Linda Dorigo tra il marzo e il luglio del 2016.

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