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Un uomo alla fermata dell’autobus a Palermo, marzo 2009. (Mimi Mollica)
Una coppia prende il sole davanti a un albergo messo sotto sequestro a Trapani, luglio 2015. (Mimi Mollica)
Un ragazzo mostra il nuovo impianto stereo della sua auto nel quartiere Borgo Nuovo di Palermo, giugno 2012. (Mimi Mollica)
Palermo, settembre 2012. (Mimi Mollica)
Mercato del Capo di Palermo, marzo 2009. (Mimi Mollica)
Fori di proiettile sulla vetrina di un negozio nel centro di Palermo, giugno 2013. (Mimi Mollica)
Una donna prega davanti alla statua di padre Pio vicino alla stazione di Palermo centrale, luglio 2014. (Mimi Mollica)
Quartiere di Brancaccio, periferia di Palermo, giugno 2013. (Mimi Mollica)
Un coppia di sposi fuori della chiesa di San Francesco d’Assisi nel centro di Palermo, giugno 2012. (Mimi Mollica)
Una corona di fiori in ricordo dell’omicidio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, ucciso il 3 settembre 1982 a Palermo. La foto è stata scattata nel settembre del 2012. (Mimi Mollica)

Terra Nostra

Terra Nostra è un progetto fotografico su una parte oscura della Sicilia e sul suo rapporto irrisolto con il fenomeno mafioso”. Così il fotografo Mimi Mollica descrive il suo lavoro, durato sette anni, che sta per diventare un libro grazie a una campagna di crowdfunding.

“Quello di Mollica è uno sguardo paziente, attento e spesso clandestino”, ha scritto Sean O’Hagan, giornalista del Guardian. Le sue immagini formano da un lato un racconto personale e dall’altro un’opera documentaria. Si alternano scene evocative e quasi poetiche di rituali quotidiani a luoghi e situazioni che denunciano gli effetti della mafia: “Le coste distrutte dal cemento, l’economia piegata dal malaffare, la corruzione della politica e un’imprenditoria incapace di rendersi indipendente dagli schemi mafiosi”, spiega Mollica.

Vivendo ormai da quasi vent’anni a Londra, l’autore ha sentito il bisogno di capire il motivo per cui si è allontanato dal suo paese, con cui a volte si identifica in maniera controversa, e di provare a raccontare “il tormento che caratterizza i siciliani e il fatalismo dal quale sembra non si possano emancipare”.

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