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Tinsel and blue. (Sasha Rudensky)
Northern Cape. (Andrey Shapran)
Associated nostalgia. (Eugenia Maximova)
Alexander. (Michal Siarek)
Lost horizon. (Danila Tkachenko)
Sit silently. (Katrina Kepule)
Black hill. (Lana Stojićević)
T(h)races. (Vladimir Vasilev)
Lost paradise. (Ziyah Gafić)
Uranium. (Michał Sierakowski)

Storie dall’est del mondo

Il New east photo prize è un concorso dedicato ai reportage fotografici realizzati nei paesi dell’est del mondo: Balcani, Europa orientale, Russia e Asia centrale. Alla sua prima edizione, gli undici finalisti sono stati selezionati tra più di mille proposte, provenienti da 25 luoghi diversi.

I lavori dei finalisti esplorano i cambiamenti sociali, culturali e geografici dell’est del mondo, sfruttando il linguaggio della fotografia per far conoscere nuove prospettive e diverse percezioni.

Il fotogiornalista bosniaco Ziyah Gafić è stato selezionato per il lavoro Bosnia: paradise lost in cui l’autore ha voluto riflettere sulla sua città, Sarajevo, attraverso le persone che hanno vissuto la guerra e le nuove generazioni nate dopo il conflitto.

Katrina Kepule con Sit silently, un lavoro sulle periferie di Riga, in Lettonia, ma che, secondo la giuria del premio, potrebbe essere il racconto delle periferie di tutta l’Europa.

E ancora T(h)races, il lavoro di Vladimir Vasilev, di origini bulgare, che ha passato gli gli ultimi tre anni a Parigi. Partendo dalla sua esperienza personale, l’autore riflette sulla convivenza fra tradizione e novità in Bulgaria: un ritratto del paese diviso tra i cambiamenti dovuti all’entrata nell’Unione europea nel 2007 dopo quasi 45 anni di dittatura, e la volontà di restare fedele alla propria identità.

Le immagini vincitrici saranno esposte alla fondazione Calvert 22 a Londra fino al 18 dicembre 2016.

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