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Cat Bigney della tribù Oglala aspetta l’arrivo di una canoa sulle rive del fiume Cannonball, nel campo di Oceti Sakowin dove stanno protestando contro l’oleodotto. (David Goldman, Ap/Ansa)
Attivisti arrivati dal Colorado costruiscono una tipi, la tenda tradizionale dei nativi americani. (David Goldman, Ap/Ansa)
Elena Ruben Goodman da Oakland, California, partecipa a una cerimonia tradizionale sulle rive del fiume Cannonball. (David Goldman, Ap/Ansa)
Virginia Redstar di Colville, nello stato di Washington, arriva in canoa al campo di Oceti Sakowin. (David Goldman, Ap/Ansa)
Virginia Redstar brucia della salvia durante un rituale nel campo. (David Goldman, Ap/Ansa)
Roy Tom dall’Ontario, Canada, toglie la neve dalla sua tenda. (David Goldman, Ap/Ansa)
Mark Sanderson, veterano di Austin, Texas, partecipa alla protesta vicino all’area dell’oleodotto, circondata dalla polizia, a Cannon Ball. (David Goldman, Ap/Ansa)
Alcuni manifestanti si riscaldano intorno a un falò nel campo. (David Goldman, Ap/Ansa)
Un autobus trasformato in camper, nel campo di Oceti Sakowin. (David Goldman, Ap/Ansa)
I veterani protestano vicino all’area dell’oleodotto. (David Goldman, Ap/Ansa)

Continua la protesta dei sioux in North Dakota

Continuano le proteste dei nativi americani contro la costruzione dell’oleodotto vicino alla riserva di Standing Rock Sioux, a cavallo tra North Dakota e South Dakota. In generale i toni sono rimasti pacifici, ma nei giorni scorsi ci sono stati degli scontri quando la polizia, nel tentativo di porre fine alla protesta, è intervenuta. Dal 4 dicembre si uniranno alla protesta circa duemila veterani statunitensi, per dimostrare il loro supporto alle ottocento persone che stanno manifestando da mesi.

Le temperature sono scese sotto lo zero e la neve, i venti freddi e il ghiaccio stanno mettendo a dura prova i componenti di quella che è diventata la più grande riunione di nazioni tribali della storia, nel campo di Oceti Sakowin, nel North Dakota. Sono infatti più di trecento le nazioni tribali che fin dal 2014 si oppongono all’oleodotto Dakota Access, affermando che profanerà le terre sacre e metterà in pericolo le risorse idriche.

L’oleodotto, della lunghezza di 2.047 chilometri, dovrebbe trasportare centinaia di migliaia di barili di greggio al giorno, attraversando cinquanta contee in quattro stati: dalla parte occidentale del North Dakota, via South Dakota e Iowa, ricongiungendosi alla fine con un oleodotto esistente a Patoka, nell’Illinois.

Le foto sono state scattate da David Goldman, fotografo dell’Associated press, il 1 dicembre 2016.

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