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Cholitas, 2016. (Delphine Blast)
Cholitas, 2016. (Delphine Blast)
Cholitas, 2016. (Delphine Blast)
Cholitas, 2016. (Delphine Blast)
Cholitas, 2016. (Delphine Blast)
Cholitas, 2016. (Delphine Blast)
Cholitas, 2016. (Delphine Blast)
Cholitas, 2016. (Delphine Blast)
Cholitas, 2016. (Delphine Blast)
Cholitas, 2016. (Delphine Blast)

Lo stile delle cholitas

Le mitiche cholitas sono uno dei simboli della Bolivia: con le loro gonne colorate e multistrato, le loro eleganti bombette e le lunghe trecce nere, queste donne indigene hanno continuato per secoli a vestirsi con gli abiti tradizionali aymara, tipici della popolazione indigena che abita negli altopiani andini.

Per decenni il termine cholita è stato offensivo, usato dalle classi dirigenti bianche del paese per indicare queste ragazze, di classe sociale subalterna, che in molti casi non parlano nemmeno lo spagnolo, ma solo la lingua tradizionale aymara. Ma nel 2006 con l’arrivo al potere del presidente Evo Morales, il primo presidente indigeno del paese, si è imposta una narrazione che ha riabilitato le cholitas, descrivendole come il perno delle comunità tradizionali andine.

In questi sistemi sociali sono infatti le donne a gestire l’economia e gli affari delle comunità, molte di loro hanno anche incarichi politici e religiosi e negli ultimi tempi il loro stile tradizionale si è imposto perfino nelle sfilate di moda, tanto che alcuni stilisti si sono ispirati ai vestiti tradizionali per lanciare intere linee di abiti. In questo modo lo stile tradizionale boliviano ha trovato legittimazione anche nei ceti cittadini.

La fotografa francese Delphine Blast, dopo aver girato tutta l’America Latina per realizzare i suoi progetti fotografici, nel 2016 ha passato due mesi in Bolivia e ha deciso di raccontare le storie delle cholitas attraverso una serie di 35 ritratti, con un tessuto tradizionale boliviano usato come sfondo.

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