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Il raccolto dei frutti di palma nella piantagione di Deli Serdang, nella provincia indonesiana di Sumatra Settentrionale, il 16 settembre 2016. (Dedi Sinuhaji, Epa/Ansa)
Irwan Mohmad Miswan, proprietario di una piantagione di palme, controlla i dati sul raccolto a Muar, nello stato di Johor, il 31 ottobre 2016. (Fazry Ismail, Epa/Ansa)
Un contadino usa un bastone per raccogliere i frutti di palma a Deli Serdang, nella provincia di Sumatra Settentrionale, il 16 settembre 2016. (Dedi Sinuhaji, Epa/Ansa)
Un elefante si lava in una piantagione di palme nel villaggio di Seumanahy Jaya, nella reggenza di Aceh Timur, il 9 ottobre 2016. (Hotli Simanjuntak, Epa/Ansa)
Terreno coltivato per diventare una piantagione di palme a Rokan Hulu, nella provincia di Riau, il 28 agosto 2016. (Rony Muharrman, Epa/Ansa)
Un orango su un albero del centro di Jantho, nella reggenza di Aceh Besar, il 20 settembre 2016. Gli operatori del centro riabilitano gli oranghi che hanno dovuto lasciare il loro habitat a causa della coltivazione della palma. (Hotli Simanjuntak, Epa/Ansa)
Un contadino carica i frutti di palma su una carriola in una piantagione nel villaggio di Kuwala, nella provincia di Sumatra Settentrionale, il 18 gennaio 2017. (Jefri Tarigan, Epa/Ansa)
Nel centro per la protezione degli oranghi a Batu Mbelin, nella provincia di Sumatra Settentrionale, il 19 settembre 2016. (Dedi Sinuhaji, Epa/Ansa)
Una foresta bruciata per coltivare una piantagione di palme, nella provincia di Kalimantan Centrale, il 3 dicembre 2015. (Bagus Indahono, Epa/Ansa)
Un contadino trasporta il raccolto con una moto nel villaggio di Seumanahy Jaya, nella reggenza di Aceh Timur, il 9 ottobre 2016. (Hotli Simanjuntak, Epa/Ansa)

Da dove viene l’olio di palma

L’Indonesia è il principale produttore mondiale di olio di palma, seguito dalla Malesia: insieme raggiungono l’85 per cento della produzione.

Presente in molti prodotti alimentari e consumato dagli esseri umani da più di cinquemila anni, nell’ultimo decennio quest’olio è sempre più diffuso nell’alimentazione. Poiché la sua richiesta è aumentata in misura esponenziale è stato necessario creare nuovi spazi per coltivarne le piante. Ettari di terreno vengono così sottratti alle foreste pluviali indonesiane, da molti ritenute un patrimonio mondiale per la loro ricca biodiversità.

I terreni per la coltivazione delle palme sono spesso ottenuti incendiando massivamente molte aree della foresta, causando un rilevante danno ambientale e una minaccia per le specie animali che abitano queste zone. Appena cinquant’anni fa, l’82 per cento dell’Indonesia era coperta da foreste, già nel 1995 la percentuale era scesa al 52 per cento e oggi si registra la perdita di un milione di ettari all’anno per l’incremento della produzione dell’olio vegetale. In seguito a questi fenomeni l’Indonesia è diventato il terzo paese mondiale per l’emissione di gas serra.

La deforestazione con gli incendi minaccia sopratutto una specie: l’orang-utang o più comunemente orango, che in malese significa “uomo delle foreste”. Per questo animale la foresta rappresenta un habitat fondamentale e oggi questa specie è ufficialmente in via d’estinzione.

Ma oltre alla minaccia ambientale ce n’è una che riguarda la popolazione: Amnesty international ha denunciato una violazione dei diritti umani nelle piantagioni indonesiane, dove sono molti i bambini che ci lavorano in condizioni pericolose.

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