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Melbourne, Australia. (Daniel Pockett, Getty Images)
Roma. (Christian Minelli, NurPhoto/Getty Images)
Buenos Aires, Argentina. (Victor R. Caivano, Ap/Ansa)
Nicosia, Cipro. (Petros Karadjias, Ap/Ansa)
São Paulo, Brasile. (Nacho Doce, Reuters/Contrasto)
Napoli. (Paolo Manzo, NurPhoto/Getty Images)
L’arresto di una manifestante a New York, Stati Uniti. (Lucas Jackson, Reuters/Contrasto)
Città del Messico. (Eduardo Verdugo, Ap/Ansa)
Istanbul, Turchia. (Bulent Kilic, Afp)
Los Angeles, Stati Uniti. (Lucy Nicholson, Reuters/Contrasto)
Amritsar, India. (Narinder Nanu, Afp)
Pristina, Kosovo. (Armend Nimani, Afp)
Bologna. (Michele Lapini)
Santiago del Cile. (Ivan Alvarado, Reuters/Contrasto)

Le donne del giorno

L’8 marzo più di cinquanta paesi hanno aderito allo sciopero internazionale per un giorno senza donne. Tra questi Francia, Stati uniti, Spagna, Germania, Italia, Ucraina, Russia ma anche Cambogia, Senegal, Brasile e Corea del Sud.

Come ricorda Le Monde, l’idea di organizzare un 8 marzo all’insegna della solidarietà femminile internazionale era nata in Polonia dopo la manifestazione del 3 ottobre 2016 per il diritto all’aborto (milioni di donne sfilano vestite di nero a Varsavia per protestare contro la legge che impedisce l’interruzione volontaria della gravidanza). Il movimento polacco arriva fino alla Corea del Sud: qualche settimana dopo le donne sudcoreane scioperano per lo stesso motivo. Il 19 ottobre è il turno dell’Argentina: in milioni decidono di non presentarsi a lavoro per unirsi alla protesta dell’organizzazione Ni una menos che denuncia gli abusi e le violenze contro le donne.

Il movimento che ha indetto lo sciopero internazionale dell’8 marzo 2017 denuncia il divario salariale tra donne e uomini, le violenze, le ingiustizie politiche, salariali, sanitarie e sociali che ancora oggi molte donne subiscono in tutto il mondo.

In Italia le manifestazioni, organizzato da Non una di meno, si sono svolte in più di settanta città.

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