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Untitled film still #21, 1977. (Cindy Sherman, per gentile concessione dell'artista e di Metro Pictures)
L’attore britannico Benedict Cumberbatch salta dietro U2 durante una foto di gruppo agli Oscar, Hollywood, il 2 marzo 2014. (Mike Blake, Reuters)
Torn, Regno Unito, selezionata dal concorso #SaatchiSelfie. (Sarah Carpenter)
George Harrison Taj Mahal self-portrait, 1966. (Famiglia Harrison)
Il presidente statunitense Barack Obama si scatta una foto con la prima ministra danese Helle Thorning Schmidt durante la cerimonia per la morte di Nelson Mandela a Johannesburg, il 10 dicembre 2013. (Roberto Schmidt, Afp/Getty Images)
Substitute (holiday), Regno Unito, vincitrice del concorso #SaatchiSelfie. (Dawn Woolley)
Las Meninas, 1656. (Diego Velázquez, Museo nacional del Prado)
2017. (Alma Haser)
La folla volta le spalle alla candidata democratica alle presidenziali Hillary Clinton per scattarsi delle foto con lei, Orlando, Florida, il 21 settembre 2016. (Barbara Kinney, Hillary for America)
Autoritratto con collana di spine, 1940. (Frida Kahlo, per gentile concessione di Banco de México Diego/Dacs/Harry Ransom center)
Honeymoon suite, 2015. (Juno Calypso, per gentile concessione dell'artista e della galleria Tj Boulting)
Walk with myself in the park, Romania, selezionata dal concorso #SaatchiSelfie. (Felicia Hodoroabă-Simion)

L’arte del selfie

La Saatchi gallery di Londra presenta la prima mostra che esplora la storia dell’autoritratto, dai grandi maestri della pittura fino al selfie, rivalutando il potenziale creativo di una forma di espressione che non sempre è stata presa sul serio.

I curatori ricostruiscono questa evoluzione ancor prima della nascita della fotografia, prendendo a esempio i ritratti e gli autoritratti di artisti come Rembrandt, Diego Velázquez, Vincent Van Gogh fino alle riflessioni più recenti di Cindy Sherman, che ha concentrato tutta la sua carriera sulla rappresentazione del sé e del femminile.

L’elemento più sorprendente della mostra è inserire il selfie in questa particolare storia dell’immagine, trovando così lo spazio per le foto diventate virali su internet, come quella di Barack Obama e la prima ministra danese, e per quelle scattate da ognuno di noi, ogni giorno, attraverso il concorso #SaatchiSelfie.

Nigel Hurst, curatore della mostra, afferma che non c’è nulla di strano: “Negli ultimi cinque secoli gli esseri umani sono stati ossessionati dal creare immagini di se stessi e condividerle. L’unica cosa che è cambiata oggi è il modo in cui lo facciamo”, e aggiunge, nella sua intervista a Time, “i selfie sono la forma di comunicazione visuale più ‘espansionista’ che ci siamo trovati a usare da generazioni, e anche per questo non possiamo ignorarli”.

From selfie to self-expression è realizzata in collaborazione con l’azienda cinese Huawei e sarà aperta fino al 30 maggio.

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