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4 aprile 2017. Alfred Wani, 80 anni, è fuggito dalla guerra civile in Sud Sudan ed è arrivato in Uganda con le sue bibbie, le foto di famiglia, sua moglie Kassa, tre pecore e 27 parenti. (Jerome Delay, Ap/Ansa)
Un uomo attraversa il confine con l’Uganda, vicino Busia, 29 marzo 2017. (Jerome Delay, Ap/Ansa)
Un gruppo di sudsudanesi su un autobus diretto al campo profughi di Kuluba dopo essere stati processati dalle Nazioni Unite a Busia, in Uganda, 29 marzo 2017. (Jerome Delay, Ap/Ansa)
Daniel Kampa, 8 anni, aspetta in un centro di accoglienza temporanea per essere trasferito al campo profughi di Imvepi, in Uganda, il 31 marzo 2017. (Jerome Delay, Ap/Ansa)
Alfred Wani aspetta nella tenda di un centro di accoglienza temporanea per essere trasferito al campo profughi di Imvepi, in Uganda, il 31 marzo 2017. (Jerome Delay, Ap/Ansa)
Un autobus in partenza dal centro di accoglienza temporanea a Kuluba, in Uganda, 31 marzo 2017. Da Kuluba ogni giorno partono almeno mille profughi diretti all’accampamento di Imvepi. (Jerome Delay, Ap/Ansa)
Il campo profughi di Imvepi, nel nord dell’Uganda, 6 aprile 2017. (Jerome Delay, Ap/Ansa)
Sudsudanesi nel campo profughi di Imvepi, in Uganda, il 3 aprile 2017. (Jerome Delay, Ap/Ansa)
Profughi sudsudanesi a Busia, al confine con l’Uganda, 29 marzo 2017. (Jerome Delay, Ap/Ansa)

Un viaggio senza ritorno

Nel dicembre del 2013, appena due anni dopo aver ottenuto l’indipendenza dal Sudan, nel Sud Sudan è scoppiata una guerra civile che ha provocato la fuga di un milione e mezzo di persone verso sud, in Uganda, per sfuggire alle violenze e alla fame.

Alfred Wani un uomo di ottant’anni è uno degli 800mila sudsudanesi che dal luglio del 2016 hanno lasciato il paese per dirigersi in Uganda. Alfred spiega la sua decisione: “Ho visto le uccisioni, ho visto case in fiamme, ho visto i corpi con le gole tagliate, non posso tornare indietro e riviverlo”.

La famiglia Wani, composta da 29 persone, si sposta con tre capre e tutto quello che è riuscita a portare dal proprio villaggio. La loro meta non è il centro profughi Bidi Bidi, ormai diventato il più popolato al mondo: hanno deciso invece di raggiungere il campo di Imvepi, nel distretto di Arua, nel nord dell’Uganda. A quindici chilometri dal campo, il governo ugandese ha assicurato ad alcuni rifugiati un lotto di 50 metri quadrati di terra dove Alfred spera di poter ricostruire con la sua famiglia una vita migliore.

Le foto sono state scattate da Jerome Delay dell’Associated Press tra marzo e aprile del 2017.

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