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Stabilimento metallurgico dell’azienda Thyssenkrupp, Duisburg, Germania, 1959. (Rudolf Holtappel, Rudolf Holtappel estate)
Psychomotor, 2016. (Rémy Markowitsch, Per gentile concessione della Galerie Eigen + Art Leipzig/Berlin)
Mezzogiorno di fuoco, discarica di Dhaka, Bangladesh, dalla serie “Open see”, 2007. (Jim Goldberg, Pace/MacGill Gallery, New Yor)/Casemore Kirkeby, San Francisco)
Senza titolo (Fogli di metallo distorti), tra gli anni cinquanta e sessanta. (Kiyoshi Niiyama, Kiyoshi Niiyama estate)
Laminazione a caldo, azienda siderurgica Thyssenkrupp, Duisburg, Germania, 2010. (Thomas Struth)
Zona industriale, Bologna, 1955. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori)
Nayoro, Giappone, 1978. (Masahisa Fukase, Masahisa Fukase Archives)
Maquette per un monumento multiplo per B29: Bockscar, dalla serie “Esposto in cento soli”, 2014. (Takashi Arai, Per gentile concessione della Howard Greenberg gallery)
Impianto petrolchimico, Yokkaichi, prefettura di Mie, Giappone, 1960. (Shomei Tomatsu, Shomei Tomatsu Estate, per gentile concessione della galleria Priska Pasquer, Colonia, Germania.)
Hotshot Eastbound, Iaeger, West Virginia, Stati Uniti, 1956. (O. Winston Link, The Estate of O. Winston Link, per gentile concessione della Robert Mann gallery)

Uomini, macchine e scintille

L’industria e il mondo del lavoro sono protagonisti della mostra La forza delle immagini alla fondazione Mast di Bologna. Fabbriche, ciminiere, catene di montaggio e discariche, sono ritratte in più di cento immagini provenienti dalla collezione di fotografia industriale del museo.

Berenice Abbott, Richard Avedon, Margaret Bourke-White e Jim Goldberg sono tra i sessantasette fotografi esposti che dagli anni venti a oggi hanno esplorato i ritmi, gli ambienti, la tecnologia e poi lo sfruttamento, l’evoluzione dei sistemi di produzione e la povertà in vari paesi.

“Solo quando attingiamo con gli occhi e con la mente al fondo iconografico del passato, quando stabiliamo delle connessioni, quando leghiamo il presente a ciò che è stato, la produzione al consumo, l’uomo alla macchina, la fabbrica alla società, ecco accendersi la scintilla: gli archivi e le collezioni cominciano a raccontare, svelano i loro tesori, consegnano informazioni, entusiasmano con gli universi visivi che custodiscono”, ha scritto il curatore Urs Stahel nel testo introduttivo della mostra.

L’esposizione a Bologna durerà fino al 24 settembre 2017.

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