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Blantyre, Malawi, 2015. Detenuti sul pavimento della loro cella nel carcere di Chichiri. Costruita nel diciannovesimo secolo, la prigione dovrebbe ospitare ottocento persone, mentre attualmente i detenuti sono quasi duemila, molti dei quali africani arrestati per essere entrati illegalmente nel paese. (Luca Sola)
Blantyre, Malawi, 2015. Una guardia carceraria chiude l’ingresso principale del carcere di Chichiri dove sono detenuti 219 etiopi ed altri migranti accusati di ingresso illegale nel paese. (Luca Sola)
Bangui, Repubblica Centrafricana, 17 dicembre 2015. Amine Zuldé, 65 anni, è fuggita da Bouca, a nord del paese, dopo che le milizie cristiane anti-balaka avevano sequestrato alcuni musulmani del suo villaggio in un a casa a cui hanno dato fuoco. Amine e tre delle sue figlie sono state salvate grazie all’intervento di una famiglia cristiana del vicinato che li ha fatti nascondere. Amina è poi riuscita a pagare il viaggio verso il Ciad per le sue tre figlie, mentre lei è rimasta nel paese. (Luca Sola)
Distretto di Kigoma, campo profughi di Nyarugusu, Tanzania, 26 settembre 2015. Il campo ospita 160mila persone scappate dagli scontri tra hutu e tutsi in Burundi. (Luca Sola)
Distretto di Nsanje, provincia di Fatima, Malawi del sud, 6 febbraio 2015.Vicino al fiume Ruo dove un uomo è stato trascinato via dalla corrente mentre tentava di raggiungere illegalmente la sponda orientale per entrare in Mozambico. (Luca Sola)
Stazione centrale, Johannesburg, Sudafrica, 27 gennaio 2017. (Luca Sola)
Johannesburg, Sudafrica, 25 febbraio 2015. Il locale notturno The grand frequentato per lo più da turisti e residenti di ceto più alto. Molte delle ragazze che ci lavorano provengono da vari stati dell’Africa centrale e meridionale. (Luca Sola)
Johannesburg, Sudafrica, 13 aprile 2016. Orarsi S., 25 anni, lavora in una fabbrica di mattoni ad Alexandra dove è pagato poco più di 10 euro per trasportare, per dodici ore, secchi d’acqua dal fiume. È nato in Mozambico ed è arrivato illegalmente a Johannesburg nel 2012. (Luca Sola)
Un sudafricano nazionalista fermato dalla polizia con l’accusa di aggressione e sciacallaggio nei confronti delle attività commerciali della zona di proprietà di immigrati, Johannesburg, Sudafrica, 27 febbraio 2017. (Luca Sola)
Distretto di Kigoma, Tanzania, 1 ottobre 2015. La maggior parte dei rifugiati in fuga dal Burundi viaggia sui pullman gestiti dall’Unhcr, nel campo profughi di Nyarugusu. (Luca Sola)
Pretoria, Sudafrica, 8 luglio 2016. Waris Kebede, 61 anni, da quasi 7 anni è scappata da Mogadiscio, in Somalia, a causa della guerra. Oggi vive in Sudafrica in attesa del riconoscimento dello status di rifugiata politica. (Luca Sola)
Distretto di Kigoma, Tanzania, 27 settembre 2015. Melanie Kabura, 33 anni, fuggita dal Burundi dove suo marito è stato ucciso a causa della guerra cominciata negli anni novanta. Melanie è diventata portavoce e leader di comunità per quasi seicento rifugiati burundesi che presentano le proprie istanze ai rappresentanti delle Nazioni Unite e delle ong che operano sul territorio e gestiscono il campo di Nyarugusu. (Luca Sola)

In fuga verso sud

Stimela è il titolo del progetto del fotografo Luca Sola dedicato alla documentazione delle migrazioni verso il sud del continente africano. L’obiettivo del lavoro è quello di raccontare e fare una mappatura del flusso di migliaia di migranti che si muovono dall’Africa centrale verso quella meridionale, in particolare per arrivare in Sudafrica. “Si tratta della rotta opposta a quella scelta dai migranti provenienti dal Medio Oriente e dall’Africa centrale e settentrionale che vogliono raggiungere l’Europa”.

Il progetto, cominciato nel 2015, vuole svilupparsi in sedici paesi. Sola finora ne ha raccontati sette, cambiando di volta in volta storie e soggetti: dalle prigioni del Malawi ai campi profughi in Tanzania, alle famiglie coinvolte negli scontri tra cristiani e musulmani in Repubblica Centrafricana.

Per concludere il suo lavoro, Sola ha avviato una raccolta fondi. Sarà inoltre al museo Maxxi di Roma il 13 luglio per raccontare il suo progetto.

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