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Wonder bread, Dorchester, Massachusetts, 1975. (Eugene Richards)
Back from prison, Shantytown, New York, 1986. (Eugene Richards)
“Crack Annie,” Brooklyn, New York, 1988. (Eugene Richards)
U.S. marine, Hughes, Arkansas, 1970. (Eugene Richards)
Grandmother, Brooklyn, New York, 1993. (Eugene Richards)
Walum, North Dakota, 2006. (Eugene Richards)
Doll’s head, Hughes, Arkansas, 1970. (Eugene Richards)
Ptsd, McHenry, Illinois, 2014. (Eugene Richards)
Still house hollow, Tennessee, 1986. (Eugene Richards)
Corinth, North Dakota, 2006. (Eugene Richards)

L’America di Eugene Richards

Da quarant’anni Eugene Richards racconta gli Stati Uniti affrontando temi come il razzismo, la povertà, la tossicodipendenza, la malattia, la famiglia, le conseguenze della guerra e del terrorismo e lo spopolamento delle zone rurali.

The run-on of time è la prima retrospettiva dedicata al suo lavoro, organizzata dal museo George Eastman di Rochester, nello stato di New York. Attraverso 146 scatti, quindici libri e filmati, si ripercorre la carriera del fotografo statunitense e i suoi legami con maestri del passato come W. Eugene Smith e Robert Frank, in particolare nella sua capacità di interpretare il presente.

Secondo April M. Watson, una delle curatrici dell’evento, il talento di Richards risiede nell’abilità di saper creare immagini emotive e immediate, che riescono a restituire anche la complessità dello sfondo sociale e delle esperienze personali dei soggetti ritratti. “Ha un’attenzione speciale per quelle storie individuali che altrimenti rimarrebbero ignorate”, afferma Watson.

Nella mostra, aperta fino al 22 ottobre, sono presenti anche i lavori più recenti come War is personal (2010) sui reduci statunitensi della guerra in Iraq e Red ball of a sun slipping down (2014), un progetto che documenta dagli anni sessanta a oggi la vita quotidiana nel delta dell’Arkansas.

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