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Silesia park, Chorzów, Polonia, 2015 (aperto dal 1955). Dalla serie Urban parks – Green lungs of the city. (Simon Roberts)
Monte Pilatus, Lucerna, Svizzera, 2016. Dalla serie Sight sacralization: (Re)framing Switzerland. (Simon Roberts)
Royal wedding revelers, Londra, 2013. Dalla serie The last moment. (Simon Roberts)
English garden, Monaco, Germania, 2015 (aperto dal 1792). Dalla serie Urban parks – Green lungs of the city. (Simon Roberts)
Gornergrat, comune di Zermatt, Svizzera, 2016. Dalla serie Sight sacralization: (Re)framing Switzerland. (Simon Roberts)
Spot the queen, Brisbane, Australia, 2011. Dalla serie The last moment. (Simon Roberts)

Il pubblico di Simon Roberts

La mostra Public performance alla Robert Morat gallery di Berlino presenta tre lavori del fotografo britannico Simon Roberts.

Urban parks – Green lungs of the city è stato realizzato tra il 2015 e il 2016 e riflette sul modo di usare gli spazi pubblici, in particolari i parchi: dal diciassettesimo secolo, quando erano dominio riservato alle famiglie benestanti e ai reali, ad oggi, diventati spazi sempre più richiesti dentro e fuori le città. “Il lavoro indaga il ruolo dello spazio condiviso, anche come precursore dei social network di oggi”, spiegano i curatori.

I luoghi ritratti nella serie Sight sacralization: (Re)framing Switzerland, del 2016, sono stati scelti dal sito Sightmap, che indica le zone più fotografate in base alla quantità di immagini caricate e geolocalizzate. In questo lavoro Roberts riflette sui concetti di estetica, ma anche d’identità individuale e collettiva.

In The last moment, realizzato tra il 2011 e il 2014, il fotografo crea immagini astratte in cui cerchi di varie dimensioni galleggiano in cieli semitrasparenti. “È stato detto molto sul numero enorme di foto prodotte e diffuse ogni giorno in tutto il mondo e del nuovo ruolo del fotografo. È in questo contesto sociale, tecnologico e psicologico che Roberts realizza questo progetto”, spiegano ancora i curatori. Prima ha raccolto e scansionato immagini di eventi pubblici pubblicate dai giornali britannici. Poi ha selezionato le scene in cui qualcuno usava una macchina fotografica o uno smartphone per creare una metafora dell’uso che facciamo delle fotografie.

La mostra alla Robert Morat di Berlino durerà fino al 31 luglio 2017.

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