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Hadeel Fawzy Abushar, 25 anni, registra una canzone in uno studio a Gaza. Ha cominciato quando ne aveva 12 e anche le sue sorelle cantano. Sono poche le artiste che restano a Gaza a causa dei controlli da parte delle famiglie e del governo. (Monique Jaques)
Una ragazza mostra il suo smalto con i colori della bandiera palestinese. (Monique Jaques)
Sabah Abu Ghanem (in primo piano), 14 anni, e sua sorella, fanno surf la mattina presto vicino Gaza. Sono arrivate tra le prime classificate in molte competizioni all’interno della Striscia di Gaza, ma non possono competere fuori dal territorio. (Monique Jaques)
Yara e le sue amiche preparano un balletto nella sua casa durante un black out. Molti abitanti di Gaza ricevono tra le sei e le otto di corrente elettrica al giorno a causa della scarsità di carburante. (Monique Jaques)
Un centro estetico per sole donne a Gaza. Questi centri sono tra i pochi luoghi in cui le ragazze possono togliersi il velo. (Monique Jaques)
Doaa nella stanza di una sia amica. In casa tra amiche le ragazze possono sentirsi libere e non essere giudicate in pubblico e dalle loro famiglie. (Monique Jaques)
Un telefono a forma di bocca e un tappeto per la preghiera nella stanza di una ragazza durante un black out a Gaza. (Monique Jaques)
Studenti di medicina dell’università islamica durante una pausa, nel reparto maternità dell’ospedale Al Shifa di Gaza. (Monique Jaques)
Yara e suo fratello aspettano in auto che il padre torni con la cena. (Monique Jaques)
Poche ore dopo il cessate il fuoco dichiarato tra Hamas e Israele, gli abitanti di Gaza cominciano la ricostruzione della città. I negozi riaprono e le famiglie scendono in strada per vedere cosa è stato distrutto. (Monique Jaques)

Le ragazze di Gaza

“Essere un’adolescente a Gaza può essere complicato. La tua esistenza è costretta da limiti reali e metaforici, definiti da politiche culturali e geografiche. La privacy e la possibilità di viaggiare sono molto circoscritte. Per molte donne è impossibile essere completamente libere a Gaza”, spiega la fotografa Monique Jaques.

Da cinque anni, Jaques segue la vita delle ragazze che crescono nella Striscia di Gaza. “Gaza è una terra isolata, circondata da muri e filo spinato, continuamente pattugliata da soldati. Dalla spiaggia si vedono le luci provenienti da Israele, una terra che gli abitanti di Gaza non potranno mai toccare”, spiega ancora la fotografa.

L’idea alla base del suo lavoro è quella di mostrare i momenti più sereni della vita delle ragazze, quando si scambiano i segreti con le amiche, quando vanno a scuola o all’università, o quando restano sole a sognare sul loro futuro.

Le foto sono state raccolte nel libro Gaza girls. Growing up in the Gaza strip realizzato attraverso una campagna di raccolta fondi dal basso. Il testo introduttivo è stato scritto da Linda Sarsour, un’attivista che ha origini americane e palestinesi.

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