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Murata boy #1, quartier generale Murata, Nagaokakyō, Kyoto, Giappone, 2010. (Vincent Fournier)
Ivan Istočnikov e Kloda durante la loro storica eva (attività extraveicolare). (Joan Fontcuberta, Siae 2017)
Boston, 1986. (Lee Friedlander, Per gentile concessione della Fraenkel gallery, San Francisco)
Napoli, 1973. (Mimmo Jodice)
Volanti. Dalla serie Stabilimenti automobilistici Amo, Mosca, 1929. (Aleksandr Rodčenko, Siae 2017, Museo dell'arte e della fotografia di Mosca,)
Sollac, area di omogeneizzazione, Dunkerque, Francia, 1987. (Josef Koudelka, Magnum Photos)
The making of Lynch. (The Water collection)
American power. Raffineria a Carson, California, 2007. (Mitch Epstein)
Concorso per l’assunzione di quaranta funzionari dell’arte presso il ministero per i beni e le attività culturali. 1.550 persone si sono iscritte all’esame alla Fiera di Roma. (Michele Borzoni, TerraProject)
Operaia addetta alla produzione di mattoni, William Mobberley Brickworks, Kingswinford, Regno Unito, 1983. (John Myers)
Diario di un’indagine (Yukichi Watabe, In between gallery, Paris & Roshin books, Tokyo)

Il mondo del lavoro in mostra

La terza edizione di Foto/Industria, la biennale di fotografia del mondo dell’industria e del lavoro, presenta quattordici mostre esposte in diversi spazi di Bologna, dal 12 ottobre al 19 novembre.

Dall’archivio del Museo di arte multimediale di Mosca proviene una selezione di opere di Aleksandr Rodčenko, che ha fotografato il mondo delle fabbriche, con un’attenzione particolare alle composizioni diagonali, al movimento e alle prospettive insolite. Mentre dalla collezione Water della Pinacoteca nazionale di Bologna arrivano le fotografie anonime scattate nel primo novecento a Lynch, negli Stati Uniti, cittadina fondata per ospitare gli operai che avrebbero lavorato nelle miniere di carbone. A questa collezione è stato affiancato il lavoro di Mitch Epstein, American power, che un secolo dopo ha dimostrato con le sue foto come la produzione di energia sia ancora un elemento predominante nel paesaggio statunitense.

La mostra di Vincent Fournier propone invece un viaggio tra alcune delle utopie del ventesimo e ventunesimo secolo: l’avventura spaziale, l’architettura del futuro e l’intelligenza artificiale. Mentre il catalano Joan Fontcuberta ricostruisce la storia del cosmonauta imbarcato sulla navicella Soyuz 2 che nel 1968 scomparve durante una missione.

In mostra ci sono anche le immagini di Lee Friedlander scattate nelle fabbriche e negli uffici statunitensi a partire dagli anni settanta; e quelle di Yukichi Watabe, il primo fotografo giapponese ad avere ottenuto il permesso di accompagnare la polizia per documentare un’indagine criminale.

Tra gli italiani, Mimmo Jodice con immagini di bambini al lavoro nelle vie di Napoli negli anni settanta e Michele Borzoni del collettivo TerraProject, che ha indagato i meccanismi e i cambiamenti nel mondo del lavoro nell’Italia di oggi a quasi dieci anni dalla crisi economica.

Oltre alle quattordici mostre, la manifestazione, curata quest’anno da Francois Hébel, ospiterà incontri, workshop e concerti.

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