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Oiso, dalla serie Counting grains of sand, 1981. (Hiromi Tsuchida)
Juggling with bean bags, dalla serie To the village, 1974. (Kazuo Kitai)
Wedding day, dalla serie To the village, 1974. (Kazuo Kitai)
Sannomiya, Chuo-ku, dalla serie Kobe, dopo il terremoto, 1995. (Ryuji Miyamoto)
Ashiyahama seaside town, dalla serie Nihon Mura, 1979. (Shuji Yamada)
Hiroshima peace memorial park, dalla serie Nihon Mura, 1979. (Shuji Yamada)
Dalla serie Tokyo suburbia, 1995-1998. (Takashi Homma)
Dalla serie Tokyo suburbia, 1995-1998. (Takashi Homma)
Higashi Shinagawa bridge, 1985, dalla serie Mirabilitas Tokyo. (Toshimi Kamiya)
Dalla serie Mirabilitas Tokyo. (Toshimi Kamiya)

La fotografia giapponese in mostra a Roma

Fino al 5 gennaio l’Istituto giapponese di cultura a Roma ospita le opere di 23 fotografi giapponesi. Si tratta di quasi ottanta immagini realizzate dalla fine degli anni sessanta ad oggi, e divise in due sezioni: Società in trasformazione e Paesaggio in trasformazione. “Gli anni sessanta sono stati una stagione ricca di cambiamenti nel mondo della fotografia e il punto di partenza delle forme espressive attuali”, spiega la curatrice Rei Masuda.

Tra gli altri, in mostra ci sono: Hiromi Tsuchida con un progetto sulle folle come metafora dei cambiamenti della società, Kazuo Kitai con un lavoro sulle comunità rurali, Ryuji Miyamoto con le immagini scattate a Kobe dopo il terremoto del 1995. E ancora, Daido Moriyama, Shomei Tomatsu e Nobuyoshi Araki.

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