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Sulla spiaggia di Alang, in India, luglio-agosto 2016. (Tomaso Clavarino)
Operai che lavorano nella rottamazione delle navi ad Alang, India, luglio-agosto 2016. La maggior parte degli operai viene dal nord del paese. (Tomaso Clavarino)
Operai recuperano l’acciaio da un’imbarcazione a Chittagong, Bangladesh, luglio-agosto 2016. (Tomaso Clavarino)
Un operaio mostra le cicatrici provocate da un incidente avvenuto nel cantiere di demolizione di una nave a Chittagong, Bangladesh, luglio-agosto 2016. (Tomaso Clavarino)
Un operaio vicino a una nave da smantellare a Chittagong, Bangladesh, luglio-agosto 2016. (Tomaso Clavarino)
Una nave sulla spiaggia di Chittagong, Bangladesh, luglio-agosto 2016. (Tomaso Clavarino)
Operai sulla spiaggia di Chittagong, Bangladesh, luglio-agosto 2016. Il 25 per cento dei lavoratori hanno meno di 18 anni. (Tomaso Clavarino)
Migliaia di mangrovie sono state tagliate per fare spazio a nuovi cantieri. Le mangrovie sono l’unica protezione contro l’innalzamento del livello dell’acqua. Chittagong, Bangladesh, luglio-agosto 2016. (Tomaso Clavarino)
Un lavoratore rimasto paralizzato a causa di un incidente avvenuto durante lo smantellamento di un’imbarcazione a Chittagong, Bangladesh, luglio-agosto 2016. (Tomaso Clavarino)
Una spiaggia usata anche da famiglie e bambini a Chittagong, Bangladesh, luglio-agosto 2016. I rifiuti prodotti dallo smantellamento delle grandi imbarcazioni sono tossici e vanno a finire sulle spiagge. (Tomaso Clavarino)

Dove finiscono le grandi navi

Secondo un rapporto del 2016 della ong Shipbreaking platform, ogni anno circa mille navi raggiungono la fine del loro ciclo di vita e vengono smantellate per recuperare l’acciaio e altri materiali. In media un’imbarcazione commerciale – tra cui quelle da carico, le petroliere e le navi da crociera – dura trent’anni prima di essere rottamata.

“La demolizione navale deve avvenire rispettando l’ambiente marino, assicurando un corretto smaltimento dei rifiuti tossici, e garantendo sicurezza e salute per i lavoratori. Eppure solo poche navi vengono smembrate in modo sicuro e sostenibile”, spiega il rapporto di Shipbreaking platform. Più del settanta per cento delle navi arrivate a fine servizio attualmente arriva in Asia meridionale per la rottamazione. Le navi vengono arenate sulle spiagge dell’India, del Bangladesh e del Pakistan, dove sono fatte a pezzi manualmente da lavoratori, per lo più migranti.

Il fotografo e giornalista Tomaso Clavarino e il graphic designer Isacco Chiaf tra luglio e agosto del 2016 hanno viaggiato tra le spiagge di Chittagong, in Bangladesh e di Alang, in India, alla ricerca dei siti più interessati dallo smantellamento delle navi, documentando le attività di demolizione che hanno conseguenze devastanti sull’ambiente e sulla salute delle persone.

Le foto prodotte in questo lavoro sono esposte fino al’11 gennaio negli spazi di Red, a Roma. La mostra è stata realizzata grazie al supporto della ong Shipbreaking platform, Legambiente e Castalia. Il progetto fotografico esposto a Roma è l’estratto di un lavoro più ampio realizzato dal collettivo Latitude Visual e pubblicato sotto forma di webdoc.

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