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Immagine tratta dal fotoromanzo Qualcosa che si chiama onore, 1960. (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori)
La nuit du passé, anni cinquanta e sessanta. (Josselin Rocher, Collezione privata)
Immagine scattata per un fotoromanzo, Roma, anni sessanta. (Josselin Rocher, Collezione privata Piero Orsola)
Georges Wolinski e Christine Reynolds durante il servizio fotografico per Les aventures de la reine de France contre la République française, secondo episodio della serie La réconciliation. Parigi, 1965. (Michel Lépinay, Collezione Maryse Wolinski/Mucem/Yves Inchierman)
Immagine realizzata per il il fotoromanzo Il figlio rubato, pubblicato sulla rivista Bolero Film numero 1060, 1967. (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori)
Adattamento del film di Jean-Luc Godard Fino all’ultimo respiro, con Jean Seberg e Jean-Paul Belmondo del 1960, pubblicato su Le Parisien liberé nel 1969. (Raymond Cauchetier, Mucem/Yves Inchierman)
The laundress, una serie di cinque cartoline, Parigi, tra il 1862 e il 1905. (Yves Inchierman, Collezione Mucem)
Immagini tratte dal fotoromanzo Deux di Jacques Monory e Franck Venaille, Parigi, 1973. (Josselin Rocher, Collezione di Jacques Monory)
Fotografia scattata per il fotoromanzo Gioventù delusa pubblicato sulla rivista Bolero Film No. 1043, 1967. (Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori)
Immagini tratte dalla rivista Satanik numero 16, Assassinat d’un président, Francia, 1967. (Josselin Rocher, Collezione privata)

La riscoperta del fotoromanzo 

Nato in Italia nel 1947, il fotoromanzo ha conosciuto un successo immediato, e per più di venti anni è stato uno dei protagonisti dell’editoria internazionale. In Francia ha esordito negli anni cinquanta grazie al settimanale Nous deux. Nel 1957 il giornale contava un milione e mezzo di persone che lo leggevano, ed erano soprattutto lettrici.

Nonostante la sua grande popolarità, per molto tempo è stato considerato un genere minore della letteratura e raramente ha catturato l’attenzione degli storici dell’immagine o quella dei musei, o di altri centri dedicati all’arte. Una mostra al Mucem di Marsiglia ne ripercorre la storia, dalle origini alle influenze sugli artisti contemporanei.

Trecento le opere esposte, tra cui riviste, fotografie originali, prove d’impaginato, film, e materiali inediti provenienti dalla collezione Arnoldo Mondadori, editore che tra gli anni quaranta e ottanta pubblicò migliaia di fotoromanzi.

Attrici famose come Sophia Loren e Gina Lollobrigida hanno posato per queste riviste, anche se molti accusavano le pubblicazioni di sentimentalismo e di perversione. Parte della mostra è anche dedicata alla diffusione del genere in Spagna, Libano, Argentina.

Anche se l’età d’oro del fotoromanzo è finita, alcune riviste sono sopravvissute, come Noux deux, considerata dal semiologo e scrittore francese Roland Barthes – affascinato dal genere – “più oscena di Sade”. Oggi la rivista distribuisce 350mila copie a settimana e si può leggere anche su tablet.

La mostra Roman-photo al Mucem di Marsiglia durerà fino al 23 aprile 2018.

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