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Il tuffatore, 1951. Dalla serie Gente dell’Emilia. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori, Bologna)
Bologna, 1958. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori, Bologna)
Cellogrammi, 1956. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori, Bologna)
Dalla serie Gente dell’Emilia, 1957. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori, Bologna)
Dalla serie I luoghi di Morandi, 1985. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori, Bologna)
Il garzone del barbiere, 1956. Dalla serie Gente del sud. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori, Bologna)
Cuprum #2, 2015. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori, Bologna)
Dalla serie Cancellazioni, 1954. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori, Bologna)
Il compianto di Niccolò dell’Arca, 2012. Dalla serie Lumen. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori, Bologna)
Dalla serie Cinquantaperssasanta, 1991. (Nino Migliori, Fondazione Nino Migliori, Bologna)

La materia dei sogni 

La matière des rêves è la mostra ospitata alla Maison européenne de la photographie di Parigi dedicata a più di sessant’anni di carriera del fotografo Nino Migliori.

“Onirico e singolare, lo sguardo di Nino Migliori non smette mai di farsi domande sul mondo che lo circonda”, spiegano le curatrici Alessandra Mauro e Laurie Hurwitz. Da sempre il suo obiettivo è quello di capire cos’è la fotografia e in che modo questo linguaggio, che unisce la chimica ad apparecchi meccanici, è entrato nel nostro quotidiano e l’ha cambiato in maniera irreversibile.

Il percorso espositivo si apre con una selezione di foto in bianco e nero che Migliori ha scattato negli anni cinquanta a Bologna, la città in cui è nato. Si vedono bambini che giocano per strada, o in piscina, e altre scene di vita quotidiana. La mostra prosegue con immagini più astratte, che raccontano il fascino e l’attenzione dell’autore per la sperimentazione. Si va dagli idrogrammi – realizzati con delle gocce d’acqua depositate tra due lastre di vetro ed evocano le tele del pittore Jackson Pollock – ai cellogrammi, ottenuti mettendo dei pezzi di cellophane e carta opaca tra due vetrini usati come un negativo e che creano effetti di colori e luce diversi. E poi si passa alle polaroid attraverso una serie scattata nella casa del pittore Giorgio Morandi.

La mostra a Parigi durerà fino al 25 febbraio.

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