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Sophia, l’umanoide più sofisticato costruito fino ad oggi. (Giulio Di Sturco)
The Internet as a place. Pubblicità luminosa, Il Cairo, Egitto, 2015. (Heinrich Holtgreve, Ostkreuz/Luz)
Ways of knowing. Technical university, Dortmund, Germania. (Daniel Stier)
Spirit is a bone. ( Broomberg & Chanarin., Lisson Gallery)
Surviving humanity. Le biosfere dell’Eden project a Cornwall, nel Regno Unito, sono le più grandi del mondo. Costruite su quella che un tempo era una miniera, queste cupole ospitano una enorme foresta tropicale. (Alberto Giuliani)
Grinders. Viaggio nella comunità statunitense di body hacking, che sviluppa dispositivi e gadget da impiantare nei propri corpi, diventando cavie di un futuro transumano. (Hannes Wiedemann)
Bigger faster cheaper. Il centro logistico di Amazon a Piacenza. Il network logistico di Amazon in Europa conta più di 25 centri di distribuzione. (Delfino Sisto Legnani)
Darkflower hash 10g, The iceberg. (Giorgio Di Noto)
Overview B, Timeframe: 06 min 02. False positives affronta il tema dei sistemi di sorveglianza intelligenti, le telecamere in grado di rilevare, grazie a degli algoritmi, comportamenti non consentiti in uno spazio pubblico. (Esther Hovers)
Bethany, Technically intimate. (Evan Baden)
Insect, The encyclopedia. Kurt Caviezel per quindici anni ha raccolto le immagini riprodotte da 15mila webcam pubbliche in tutto il mondo. (Kurt Caviezel)
Deadline. The Philadelphia Inquirer, 2011. Un lavoro sull’industria dell’editoria di oggi. (Will Steacy)
Live chat studio industry in Romania, Bucarest, Aprile 2016. (Lorenzo Maccotta, Contrasto)
Street view, Interface 9. (Michael Wolf)
Internet gaming addicts in China. L’Internet addiction treatment center di Pechino, utilizza la disciplina militare come parte della terapia contro la dipendenza da gioco su internet. (Fernando Moleres)

Storie dal futuro 

Futuro presente è la mostra dedicata al lavoro di venti fotografi che raccontano le conseguenze della tecnologia sulle persone, la scienza e la cultura. Il progetto, curato da Artsfor, inaugura il 15 marzo in occasione della Milano digital week e si svolge negli spazi di Base, a Milano, fino al 18 marzo.

Tra i lavori esposti c’è Technically intimate di Evan Baden, sul modo in cui l’uso prolungato degli smartphone condiziona il nostro modo di interagire con gli altri e il rapporto con la privacy. Spirit is a bone è il progetto con cui gli artisti Broomberg & Chanarin hanno raccolto foto scattate dalle macchine di sorveglianza, ispirandosi a un sistema di riconoscimento facciale russo ideato per ragioni di pubblica sicurezza e per il controllo delle frontiere.

Stephanie Buret in Futuristic utopia racconta Songdo – in Corea del Sud, a sessanta chilometri da Seoul – la prima città al mondo concepita come una smart city: funzionale, all’avanguardia, connessa ed ecologica. Mentre Catherine Leutenegger nel suo progetto Kodak city, racconta la città di Rochester, New York, dove tra il 1887 e il 1889 George Eastman fondò la multinazionale Eastman Kodak. Con l’avvento del digitale l’azienda ha subìto un rapido declino.

Giorgio Di Noto in The iceberg esplora il deep web, un network criptato che sfugge ai motori di ricerca, in cui vige il totale anonimato e al quale si accede solo attraverso specifici software. In questo spazio emerge un complesso commercio di materiale per lo più illegale. Giulio Di Sturco invece racconta Sophia, l’umanoide più sofisticato costruito finora. Il robot è stato riconosciuto come cittadino dall’Arabia Saudita. Mentre Fernando Moleres ha documentato con Internet gaming addicts una struttura di Pechino dedicata alla cura della dipendenza da internet, con pazienti che vanno dai dodici ai trent’anni.

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