×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Vanessa Bareck nel penitenziario di Corbas, Lione, novembre 2014. (Bettina Rheims)
Niniovitch II nel centro di detenzione di Roanne, novembre 2014. (Bettina Rheims)
Milica Petrovic nel penitenziario di Rennes, novembre 2014. (Bettina Rheims)
Vaiata nel penitenziario di Rennes, novembre 2014. (Bettina Rheims)
Ramy nel penitenziario di Poitiers Vivonne, ottobre 2014. (Bettina Rheims)
Eve Schmit II, nel centro di detenzione di Roanne, novembre 2014. (Bettina Rheims)

Le prigioni delle donne

Tra settembre e novembre 2014, la fotografa Bettina Rheims ha realizzato una serie di ritratti a 120 donne detenute in quattro carceri francesi. Dopo un anno passato a fare richieste per poter entrare nei penitenziari a fare le foto, ha ottenuto il permesso ed è riuscita a raccontare queste donne (circa 2.400 in tutto il paese) che fanno parte del 4 per cento della popolazione carceraria francese.

Détenues è un progetto che fa dialogare il mondo delle carceri con quello della creazione, in cui la fotografa francese si è interrogata sulla rappresentazione della femminilità in luoghi in cui le donne non hanno libertà e vivono in condizioni di costrizione.

Dagli incontri tra la fotografa e le detenute sono nati dei ritratti, realizzati in una sala di posa improvvisata dentro una cella: “Queste donne mi hanno raccontato molte cose della loro vita, degli amori, dei figli, della solitudine e dei loro reati. Io ho cercato di offrire loro un momento fuori dalla routine del carcere”.

Quasi sessanta ritratti di Rheims sono esposti alla cappella dello Chateau de Vincennes di Parigi fino al 30 aprile. Accanto alle foto, Rheims ha inserito dei brevi testi in cui ha scritto delle storie partendo dagli appunti presi durante i suoi incontri. Il luogo dell’esposizione è stato scelto anche per la sua storia: la fortezza nel settecento è stata una prigione e dopo la rivoluzione francese ha ospitato soprattutto donne condannate perché accusate di uno stile di vita ritenuto immorale.

pubblicità