×

Fornisci il consenso ai cookie

Internazionale usa i cookie per mostrare alcuni contenuti esterni e proporti pubblicità in linea con le tue preferenze. Se vuoi saperne di più o negare il consenso, consulta questa pagina.

Tokyo compression 18, 2010. Dalla serie Tokyo compression, 2008–2011. (Michael Wolf, Prix Pictet 2017)
Idomeni, 2016, dalla serie Heat maps, 2016-2017. (Richard Mosse, Prix Pictet 2017)
Untitled, dalla serie Ametsuchi, 2012. (Rinko Kawauchi, Prix Pictet 2017)
Trapped, dalla serie Subdivided flats, 2012. (Benny Lam, Per gentile concessione di Benny Lam, Kwong Chi, Kit e Dave Ho/Prix Pictet 2017)
S#24, 2007, dalla serie S series, 2004–2009. (Beate Gütschow, Bernice and Christopher Franck collection/Vg Build-Kunst Bonn)
La polizia a cavallo scorta centinaia di migranti a Dobova, al confine tra Slovenia e Croazia. Dalla serie Europe migration crisis, 2015. (Sergey Ponomarev, Prix Pictet 2017)
Diorama map London, 2010, dalla serie Diorama map, 2010–2016. (Sohei Nishino, Prix Pictet 2017)
ma.r.s. 08_II, 2012, dalla serie ma.r.s, 2010–2013. (Thomas Ruff, Prix Pictet 2017)
Land of undefined territory, 2014-2015. (Wasif Munem, Per gentile concessione dell'artista e Project 88/Prix Pictet 2017)
Ophelia medustica. Esemplare raccolto sulle rive di Glounthaune, vicino a Cork, Irlanda, 2015. Dalla serie Beyond drifting: imperfectly known animals. (Mandy Barker, Prix Pictet 2017)
Civili ucraini guardano le operazioni della polizia in piazza Maidan, Kiev, 2014. Dalla serie Barricades, 2009–2014. (Pavel Wolberg, Prix Pictet 2017)
Untitled, dalla serie Büropflanze, 2012. (Saskia Groneberg, Prix Pictet 2017)

Spazio al premio Pictet

Il centro per la fotografia Camera di Torino è stato scelto come tappa italiana per l’esposizione dei finalisti e dei vincitori dell’ultima edizione del prestigioso premio Pictet.

Fondato nel 2008 dall’istituto svizzero Banque Pictet, il premio si avvale di una giuria di professionisti per selezionare i progetti fotografici che affrontano il concetto di sostenibilità (ambientale, ma anche economica e sociale) con idee potenti e innovative. Ogni anno questo tema ruota intorno a un aspetto particolare: dopo Acqua, Terra, Crescita, Potere, Consumo e Disordine, il 2017 è stato dedicato allo Spazio. Un argomento che nelle accezioni più varie può raccontare di questioni come la sovrappopolazione, le dispute territoriali, le malattie portate dal vento o di grandi aree selvagge usate come discariche.

L’irlandese Richard Mosse è stato il vincitore di questa edizione con la serie Heat maps. Il progetto racconta i flussi migratori in Europa usando una fotocamera a infrarossi in grado di rilevare il calore umano fino a cinquanta chilomentri; una tecnologia sviluppata dai militari come strumento di videosorveglianza e che, se collegata a un’arma, può individuare e seguire un bersaglio. Il fotografo compie una scelta estetica ben precisa e sfrutta il lato disumano della macchina per raffigurare i migranti come se fossero delle semplici tracce biologiche, privati completamente della loro individualità.

Mosse e gli altri protagonisti del premio Pictet saranno esposti a Camera dal 23 maggio al 26 agosto 2018.

pubblicità