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Inez (nude), senza data. (Saul Leiter, Saul Leiter Foundation/Per gentile concessione della galleria Howard Greenberg)
Inez (nude), senza data. (Saul Leiter, Saul Leiter Foundation/Per gentile concessione della galleria Howard Greenberg)
Untitled (Jean), 1948 circa. (Saul Leiter, Saul Leiter Foundation/Per gentile concessione della galleria Howard Greenberg)
Untitled (Inez), 1947 circa. (Saul Leiter, Saul Leiter Foundation/Per gentile concessione della galleria Howard Greenberg)
Untitled (nude), anni cinquanta. (Saul Leiter, Saul Leiter Foundation/Per gentile concessione della galleria Howard Greenberg)
Fay, 1947 circa. (Saul Leiter, Saul Leiter Foundation/Per gentile concessione della galleria Howard Greenberg)
Soames, 1960 circa. (Saul Leiter, Saul Leiter Foundation/Per gentile concessione della galleria Howard Greenberg)
Inez (nude), 1947. (Saul Leiter, Saul Leiter Foundation/Per gentile concessione della galleria Howard Greenberg)
Untitled, anni cinquanta. (Saul Leiter, Saul Leiter Foundation/Per gentile concessione della galleria Howard Greenberg)
Soames, anni cinquanta. (Saul Leiter, Saul Leiter Foundation/Per gentile concessione della galleria Howard Greenberg)

Le muse di Saul Leiter

La galleria Howard Greenberg di New York svela al pubblico una delle produzioni meno conosciute di Saul Leiter.

Fotografo e pittore instancabile, Leiter è famoso soprattutto per l’uso del colore, di cui è stato pioniere ben prima di William Eggleston e Stephen Shore. Grazie alle recenti scoperte nel suo grande archivio, la mostra In my room ci porta in un universo monocromatico, più intimo e personale, popolato dalle muse femminili che hanno fatto parte della vita dell’artista tra gli anni quaranta e sessanta. Le foto furono realizzate nel suo studio, nell’East village di New York, sfruttando solo la luce naturale e lasciandosi ispirare dai suoi pittori preferiti: Henri Matisse, Pierre Bonnard, Édouard Vuillard. Negli anni settanta Leiter avrebbe voluto pubblicare un libro di nudi, ma alla fine l’opera non venne mai realizzata.

In my room sarà aperta al pubblico fino al 30 giugno 2018 e sarà accompagnata da un volume pubblicato da Steidl.

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