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Sète, Francia. Corinne, 40 anni, è una madre single con quattro figli. Il suo appartamento ha grossi problemi di umidità. Nonostante riceva dei sussidi statali, la somma mensile che le resta è di 70 euro. Quando i figli sono a scuola non accende i riscaldamenti. “Durante le vacanze invernali mia figlia rimane tutto il giorno a letto sotto le coperte”. (Stéphanie Lacombe)
Le Vexin, Francia. Nadine, 71 anni, vedova, ha due figli ed è in pensione. Si è trasferita in questa casa nel 1964. C’è molta umidità che crea un odore sgradevole molto forte. “Tengo i miei vestiti nella plastica ma la muffa è dappertutto. Non accetto mai gli inviti degli altri perché non potrei ricambiare”, dice. (Stéphanie Lacombe)
Budapest, Ungheria. Gábor Karácsonyi, 35 anni, e Gergő Zalán Karácsonyi, 2 anni. Vivono nella zona di Óbuda-Békásmegyer, conosciuta come la giungla di cemento di Budapest. In estate non accendono le luci per evitare di scaldare ancora di più l’ambiente. (Janos Kummer)
Budapest, Ungheria. Unger, 75 anni, è in pensione dal 2005. Vivendo con un budget molto ridotto non usa l’elettricità. L’estate quando fa molto caldo innaffia le piante nel giardino sul retro per abbassare la temperatura. (Janos Kummer)
Manolo Cardona Soto vive con la sorella che ha una figlia di 15 anni in un palazzo occupato al centro di Barcellona. Il palazzo non ha né elettricità né acqua corrente. Ogni giorno portano a casa bottiglie d’acqua che riempiono nelle fontane in giro per la città. (Edgar Melo-Gutiérrez)
Vendrell, Tarragona, Spagna. Esther Vera vive in una casa occupata dal 2013 dopo che è stata sfrattata dall’appartamento in cui abitava. Da due anni le hanno installato un contatore dell’acqua mentre la compagnia elettrica si rifiuta così Vera è costretta a sfruttare un generatore in strada per avere un po’ di luce. (Edgar Melo-Gutiérrez)
Margareta Kuhmunen, 68 anni, and Lars Kuhmunen, 75 anni, sono pastori di renne a Jokkmokk, in Svezia. Trascorrono spesso l’estate a lavorare. Non avendo vicini nessuno li avvisa quando ci sono interruzioni di elettricità. “L’anno scorso non c’è stata corrente per settimane e tutta la carne che era nel congelatore si è rovinata”. (Simon Eliasson)
Centrale elettrica di Messature, Jokkmokk, Svezia. (Simon Eliasson)

Poveri di energia

Secondo la Commissione europea la cosiddetta “povertà energetica” coinvolge tra i 50 e i 125 milioni di persone che in Europa non hanno accesso a forme adeguate e affidabili di energia a prezzi sostenibili.

Le cause possono essere legate al basso reddito familiare, agli alti costi energetici o alle strutture abitative non adeguate, spiegano i curatori del progetto Exposed. L’iniziativa è stata ideata e sostenuta dall’Osservatorio europeo per la povertà energetica – istituito dalla Commissione europea nel gennaio del 2018 con l’obiettivo di aiutare i governi regionali e nazionali ad applicare misure contro la povertà energetica – e dall’Energy action project, un collettivo che realizza progetti sull’energia con esperti del settore e dei linguaggi visivi.

Per Exposed quattro fotografi hanno seguito alcune storie dalla Francia, l’Ungheria, la Spagna e la Svezia per esaminare i pericoli che derivano da un limitato accesso all’energia e dalla mancanza di un’azione coordinata da parte dei governi europei.

Stéphanie Lacombe è stata in Francia dove secondo l’Osservatorio nazionale della precarietà energetica (Onpe) il 19,5 per cento delle famiglie soffre il freddo. Si tratterebbe soprattutto di pensionati e disoccupati che vivono in ambienti non riscaldati adeguatamente, pagando costi energetici elevati in relazione a redditi limitati. Janos Kummer ha documentato la zona di Óbuda-Békásmegyer, conosciuta come la giungla di cemento di Budapest, in Ungheria. Il soprannome riflette la grande quantità di prefabbricati costruiti tra gli anni sessanta e ottanta nella zona. Le pareti di queste case sono sottili e l’isolamento è scarso.

Edgar Melo-Gutiérrez ha viaggiato in Spagna dove la crisi finanziaria che ha colpito il paese nel 2008 ha peggiorato la condizione legata al riscaldamento e al raffreddamento delle abitazioni. Nel 2010, le morti premature legate alla povertà energetica hanno superato il numero di vittime di incidenti automobilistici. Simon Eliasson invece è stato in Svezia dove è molto diffusa l’energia idroelettrica: in tutto il paese ci sono 1.900 impianti. Il problema è legato alle frequenti interruzioni di energia, provocate dalle condizioni meteorologiche sulle zone del nord in cui si trova la maggior parte delle dighe.

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