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Una manifestazione contro il regime comunista, a Scutari, il 2 aprile 1991. (Angjelin Nenshati)
Una chiesa di Scutari trasformata in un centro sportivo dopo l’istituzione dell’ateismo di stato, nel 1967. (Angjelin Nenshati)
Statue trasferite al cimitero cattolico Rrmaj a Scutari, 1990. (Angjelin Nenshati)
Operai in una fabbrica di scarpe a Scutari nel 1973. (Angjelin Nenshati)
Una manifestazione sportiva a Scutari, nel 1972. (Angjelin Nenshati)
La riapertura di una moschea di Scutari, nel 1990. (Angjelin Nenshati)
Una scuola di Mjed, Scutari, 1969. (Angjelin Nenshati)
La riapertura della cattedrale di Santo Stefano a Scutari nel 1991. Nel 1967 fu chiusa al culto e trasformata in un impianto sportivo. (Angjelin Nenshati)
Negli anni dell’ateismo di stato in Albania furono organizzate mostre che ridicolizzavano la religione cattolica. In questa immagine la scena della Bibbia in cui Eva mangia la mela del peccato. La foto è stata scattata nel 1968. (Angjelin Nenshati)
Inaugurazione di una strada nel 1968. (Angjelin Nenshati)

Il testimone di due epoche

Angjelin Nenshati (Scutari, 1929–2008) è stato un fotografo albanese autodidatta. Cominciò a scattare quando aveva quattordici anni e non smise più. Nemmeno quando nel 1948, durante la dittatura di Enver Hoxha, si trasferì a Pukë, nella periferia di Scutari, dove fece l’insegnante per i successivi dieci anni.

È alla fine degli anni cinquanta che comincia a lavorare come fotografo professionista, seguendo gli eventi sociali e culturali del paese. Oggi il suo archivio è composto da 228mila immagini.

Fino al 1 ottobre, le sue foto sono al centro della mostra A witness between two epochs al museo Marubi di Scutari, a cui Nenshati aveva donato gran parte del suo archivio.

L’esposizione è divisa in due parti. La prima è dedicata agli anni in cui Nenshati ha documentato il paese sotto Hoxha, quando, tra le altre cose, fu istituito l’ateismo di Stato e molti luoghi di culto furono distrutti o trasformati in uffici pubblici, magazzini, impianti sportivi, cinema.

La seconda parte della mostra è sugli anni novanta, quando il paese attraversò un periodo di transizione postcomunista e ci furono manifestazioni studentesche, la riapertura delle moschee e delle chiese, e nel 1993 la visita di papa Giovanni Paolo II e di madre Teresa di Calcutta.

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