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(Anonimo, The Metropolitan Museum of Art)
(Anonimo, The Metropolitan Museum of Art)
(Anonimo, The Metropolitan Museum of Art)
(Anonimo, The Metropolitan Museum of Art)
(Anonimo, The Metropolitan Museum of Art)
(Anonimo, The Metropolitan Museum of Art)
(Daisy Studio, The Metropolitan Museum of Art)
(Daisy Studio, The Metropolitan Museum of Art)
(Anonimo, The Metropolitan Museum of Art)

Ritratti oltre i pregiudizi

Frederick Douglass (1818-1895), nato in schiavitù nella contea di Talbot, nel Maryland, e diventato leader del movimento abolizionista, pensava che la fotografia potesse essere uno strumento per andare oltre i pregiudizi dei bianchi sui neri. Questo nuovo strumento, secondo Douglass, avrebbe potuto offrire un’immagine degli afroamericani diversa da quelle spesso degradanti e violente che erano diffuse dai mezzi d’informazione dell’epoca.

Douglass è stato uno degli uomini più fotografati del diciannovesimo secolo. La sua storia apre la nuova mostra al Metropolitan museum of art (Met) di New York intitolata African american portraits: photographs from the 1940s and 1950s. L’esposizione mette insieme più 150 ritratti in studio, scattati ad afroamericani durante la seconda guerra mondiale.

I ritratti esposti sono per lo più anonimi. “Speriamo che qualcuno tra il pubblico riconosca familiari o amici. Queste immagini rappresentano un’importante memoria collettiva”, spiega il curatore del Met Jeff Rosenheim.

La mostra durerà fino all’8 ottobre.

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