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Boom, 1981. (Harry Gruyaert, Per gentile concessione della galleria Fifty one)
Café La Louvière, 1975. (Harry Gruyaert, Per gentile concessione della galleria Fifty one)
Zoo, Anversa, 1975. (Harry Gruyaert, Per gentile concessione della galleria Fifty one)
Place Flagey, Bruxelles, 1981. (Harry Gruyaert, Per gentile concessione della galleria Fifty one)
Night club, Bruxelles, 1981. (Harry Gruyaert, Per gentile concessione della galleria Fifty one)
Provincia del Limburgo, 1975. (Harry Gruyaert, Per gentile concessione della galleria Fifty one)
Palazzo delle belle arti, Bruxelles, 1981. (Harry Gruyaert, Per gentile concessione della galleria Fifty one)
Festival dei gatti, Ypres, 1975. (Harry Gruyaert, Per gentile concessione della galleria Fifty one)

Alle radici di Harry Gruyaert

Il rapporto con le sue radici è qualcosa di complicato per Harry Gruyaert. Nato ad Anversa nel 1941, a poco più di vent’anni lascia il Belgio per trasferirsi a Parigi. Negli anni sessanta lavora già come direttore della fotografia per la televisione fiamminga, ma per Gruyaert il Belgio è un posto rigido e soffocante da cui fuggire. Vuole viaggiare, fotografare, scoprire nuovi orizzonti culturali. Alla fine degli anni settanta ha già vissuto e lavorato in mezzo mondo: Egitto, Marocco, Stati Uniti, India, Giappone. È a questo punto che si sente pronto a tornare in Belgio; ha raggiunto il giusto distacco ed è capace di guardare il paese con occhi nuovi.

Gruyaert non si considera un fotogiornalista, preferisce un approccio formale e pittorico. “Non ci sono storie. È solo una questione di luci e forme”, afferma in un’intervista di qualche anno fa, ma nonostante questa posizione così definitiva sulla fotografia, in Roots riesce a cogliere perfettamente lo spirito e le atmosfere che caratterizzano il Belgio tra gli anni settanta e ottanta. Senza sentimentalismi e fotografando feste di paese, serate alcoliche in bar aperti fino all’alba, cerimonie religiose o paesaggi desolati, Gruyaert mette a fuoco una questione fondamentale nella storia del Belgio: la totale mancanza di un sentimento nazionale.

Le foto di Roots sono ora esposte alle gallerie Fifty one e Fifty one too di Anversa, fino al 3 novembre. Le due mostre accompagnano una nuova edizione del libro, rivista e ampliata.

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