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Iponk (al centro) con suo figlio (a destra) e un amico (a sinistra). Iponk viene dalla provincia di Sumatra Meridionale e ha viaggiato per centinaia di chilometri, soprattutto di notte per evitare i controlli della polizia, per partecipare a un evento di appassionati della Vespa che si è svolto a Lampung. (Muhammad Fadli)
Delfis, noto tra gli appassionati di Vespa come Pariaman, in una cittadina sulla costa occidentale di Sumatra. Ha lasciato l’università per girare l’Indonesia sul suo scooter per quattro anni, percorrendo circa trentamila chilometri. (Muhammad Fadli)
Bango, Adul e Ajis a Bekasi, alla periferia di Giacarta. (Muhammad Fadli)
Neo viene da Balaraja, una cittadina nella provincia di Banten, sull’isola di Giava. È molto seguito su Instagram e ha vinto diversi premi per le sue Vespa modificate. (Muhammad Fadli)
Maman, al volante, con un amico. Sono motociclisti di Magelang, Giava Centrale, e nell’agosto del 2018 hanno partecipato a Java extremist, un evento per appassionati di Vespa. (Muhammad Fadli)
Vespa parcheggiate durante il Java Rosok extreme a Bekasa, Giava Occidentale. (Muhammad Fadli)
Fajar “Bajaj” Purboyo, studente universitario e appassionato di Vespa di Pamulang, vicino a Giacarta. (Muhammad Fadli)
Un motociclista dorme all’ombra di un albero, sulla strada per raggiungere Java extremist 2018 a Semarang, Giava Centrale. (Muhammad Fadli)

L’Indonesia in Vespa

Le prime Vespa arrivarono sulle strade dell’Indonesia a partire dagli anni sessanta, quando una squadra di peacekeeping indonesiana, di ritorno da una missione in Africa, fu ricompensata dal governo con degli scooter realizzati dalla Piaggio.

Oggi la Vespa è un fenomeno di culto in tutto il paese e attira appassionati che viaggiano solo con questo mezzo e si incontrano ai raduni. Alcuni di loro si distinguono dal resto dei fan perché le costruiscono e le modificano, creando dei modelli unici e originali chiamati Vespa extreme.

I primi compaiono all’inizio del duemila, dopo la caduta del regime autoritario di Suharto (1998). Il fotografo indonesiano Muhammad Fadli ha dedicato il suo primo libro, Rebel riders, al racconto di questa comunità, animata dalla creatività e dalla ricerca della libertà.

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