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L’Indo, Pakistan, 2007. (Luca Campigotto)
Old Delhi, India, 2007. (Luca Campigotto)
Le Gaggiandre, Venezia, 2000. (Luca Campigotto)
Piramide di Micerino, Egitto, 1996. (Luca Campigotto)
Nanpu bridge, Shanghai, Cina, 2016. (Luca Campigotto)
Molino Stucky, Venezia, 1995. (Luca Campigotto)
Dyrhólaey, Islanda, 2017. (Luca Campigotto)
Empire state building, New York, 2007. (Luca Campigotto)
Lapponia, 2003. (Luca Campigotto)
Tribeca, New York, 2007. (Luca Campigotto)

Appunti dal mondo

Disoriente è l’ultimo libro di Luca Campigotto, che in 115 fotografie e 23 racconti ricorda 35 anni di avventure, sogni e paesaggi.

Nato a Venezia nel 1962, Campigotto considera il viaggio un’esperienza necessaria per conoscere il mondo. Mentre frequenta il corso di laurea in storia moderna si interessa già di fotografia e pensa di scrivere una tesi sulla Farm security administration, un programma ideato dal governo degli Stati Uniti per combattere la povertà durante la grande depressione a cui partecipano tanti fotografi, tra cui Dorothea Lange e Walker Evans. Un giorno però, in biblioteca, si imbatte nelle memorie di due mercanti veneziani che nel cinquecento avevano visitato l’India e ne rimane affascinato. Si appassiona ai loro racconti e li trasforma in una tesi sulla letteratura di viaggio nell’epoca delle grandi scoperte geografiche.

Dalle prime foto di Venezia, in bianco e nero, Campigotto ha viaggiato dall’Europa alle Americhe, fino al Marocco, lo Yemen, l’Iran e la Cina. Il bianco e nero, come il cavalletto e il grande formato, è stato la sua unica scelta per circa vent’anni; dal 2006 lavora anche a colori e in digitale.

Campigotto ha una visione precisa e contemplativa, e in qualsiasi luogo si trovi – un paesaggio selvaggio o una grande metropoli – riesce a tirarne fuori tutto il potere evocativo, trasformandolo in uno scenario fantastico. “Sono un fotografo che cerca di scappare dalla realtà costruendosi una via di fuga” dice di sé, e aggiunge, “fotografo per me, per raccontarmi un’avventura”.

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