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Una ragazza distribuisce gratuitamente sigarette durante un evento promozionale in un parco acquatico vicino a Jakarta, Indonesia, nel 2011. Le aziende produttrici di sigarette nel paese investono molto in eventi musicali, sportivi e culturali. (Rocco Rorandelli, Terra Project)
La fabbrica di sigarette Hongta a Yuxi, in Cina, nel 2009. Nello stabilimento sono prodotte più di 135 miliardi di stecche di sigarette l’anno, che coprono il 12% della produzione totale della Cina. (Rocco Rorandelli, Terra Project)
Un assaggiatore di tabacco che lavora per Shah Chhanganlal Ugarchand, uno dei più grandi intermediari per tabacco da beedi di Nipani, in India. (Rocco Rorandelli, Terra Project)
Un campo di tabacco vicino a Goldsboro, North Carolina, Stati Uniti. Miguel (al centro) lavora tredici ore al giorno e guadagna 7,85 dollari l’ora. La manipolazione delle foglie di tabacco causa l’assorbimento transdermico di alte dosi di nicotina, un equivalente di dodici sigarette al giorno. (Rocco Rorandelli, Terra Project)
Durante la fiera mondiale del tabacco a Monaco, in Germania, che raccoglie le aziende impiegate nel settore della produzione e del commercio del tabacco. (Rocco Rorandelli, Terra Project)
Un’asta per tabacchi a Periyapatna nel sud dell’India, nel 2010. I prezzi variano dalle 52 alle 130 rupie al chilo (1-2,2 euro al chilo). (Rocco Rorandelli, Terra Project)
La guardia di finanza italiana controlla delle auto provenienti dalla Tunisia al porto di Civitavecchia alla ricerca di sigarette importate illegalmente, 2014. (Rocco Rorandelli, Terra Project)
Nel laboratorio del College of tobacco science della Yunnan agricultural university, in Cina, nel 2009. Il governo cinese finanzia le ricerche sul tabacco soprattutto per produrre varietà resistenti ai parassiti. (Rocco Rorandelli, Terra Project)
Pacifici Serenella, 71 anni, nel reparto di chirurgia dell’Istituto europeo di oncologia, a Milano, in attesa di essere operata per un cancro ai polmoni, nel 2014. (Rocco Rorandelli, Terra Project)
Un centro commerciale a Durham, in North Carolina, che è stato costruito all’interno di un’ex fabbrica del tabacco, 2013. (Rocco Rorandelli, Terra Project)

Le foglie amare del tabacco

Per quasi dieci anni il fotografo Rocco Rorandelli ha documentato gli effetti che l’industria del tabacco provoca sull’economia, sulla società e sulla salute delle persone nel mondo. Per questo lavoro, intitolato Bitter leaves, ha viaggiato in India, Cina, Indonesia, Stati Uniti, Nigeria e poi in Italia, Slovenia e Bulgaria.

“Nonostante si possa pensare che l’industria del tabacco sia stata messa in difficoltà dalle leggi contro il fumo, sempre più restrittive, in realtà il numero dei fumatori è in crescita. Secondo l’Organizzazione mondiale della sanità, nel mondo ci sono un miliardo di fumatori. E se un tempo le aziende avevano le loro sedi in occidente, oggi sono sempre di più quelle che hanno spostato la produzione in paesi dove il costo del lavoro è più basso, come la Cina o l’India”, spiega Rorandelli.

Cominciato nel 2008, il progetto esplora le varie facce della filiera su cui si basa l’industria del tabacco, dai produttori ai consumatori. Dalle coltivazioni delle cosiddette beedi, le minisigarette indiane, al mercato illegale in Slovenia; dalle grandi produzioni cinesi allo sfruttamento del lavoro minorile negli Stati Uniti; e ancora dalle campagne pubblicitarie in Indonesia alla discriminazione contro i pomacchi, i musulmani bulgari, che coltivano tabacco sulle montagne del paese.

Il progetto Bitter leaves diventerà un libro, edito da Gost books, a cui si può contribuire partecipando alla raccolta fondi, che scadrà il 30 aprile. Accanto alle immagini di Rorandelli, il libro conterrà testi e infografiche realizzati dall’esperta scientifica Judith Mackay, che da anni porta avanti una battaglia legale contro l’industria del tabacco in Asia.

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