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The splitting of the chrysalis & the slow unfolding of the wings. Una serie sulle metamorfosi naturali a cui il fotografo si è ispirato per raccontare il suo percorso personale di ritorno a casa. (Yorgos Yatromanolakis)
Englishtown, dalla serie Home, sweet home. A sinistra, un cartello alla frontiera tra Scozia e Inghilterra. A destra, Monica Coburn vive a Carlisle, nel nord dell’Inghilterra. Coburn ha votato a favore della Brexit. (Ed Alcock, Myop)
Unseen sights. Partendo da immagini in bianco e nero che ha scattato, il fotografo è intervenuto sulle stampe con vari colori per interpretare i suoi ricordi e alcuni testi di archeologia. (Mandry Duglas)
Für mich, un progetto autobiografico dedicato agli abusi sessuali. (Sina Niemeyer)
Reacknowledged structures: models. Una serie basata sull’analisi e l’interpretazione di diapositive educative prodotte dal cinema Animafilm di Bucarest negli anni settanta. (Mihai & Horatiu Sovaiala)
Preuves d’amour, una serie sulla violenza domestica. (Camille Gharbi)
Snapskins. Nel progetto il fotografo ucraino denuncia il consumismo nell’ambiente della moda e la vulnerabilità delle persone che cercano di lavorarci. (Maksim Finogeev)
Untitled - The asylum seeker esplora il tema dei migranti per creare “un nuovo interesse per questi esseri umani, che vivono come fantasmi in mezzo a noi”. (Caterina Lorenzetti)
Nella serie Family la fotografa evoca la vita quotidiana della sorella minore e dei suoi tre figli in un difficile contesto emotivo e socioeconomico in Scozia. (Margaret Mitchell)
Non dite che siamo pochi. Un progetto nato dall’incontro tra MB, un anarchico italiano degli anni novanta, e il fotografo, che ha riorganizzato un archivio pieno di immagini, ritagli di giornali, oggetti e documenti dell’epoca. (Umberto Coa)

Metamorfosi d’autore

Il festival Circulation(s) torna a Parigi dal 20 aprile al 30 giugno presentando il lavoro di fotografi emergenti che sono nati o vivono in Europa. La direzione artistica di questa sesta edizione è affidata al duo The red eye, composto da Audrey Hoareau e François Cheval, che dal 2017 sostiene progetti fotografici realizzati da artisti da tutto il mondo.

“Al festival quest’anno ci sono fotografi provenienti anche da paesi meno conosciuti a livello artistico come l’Estonia e la Georgia. Alla Romania, per esempio, è dedicata una mostra all’istituto francese di Parigi, dove sono esposti i lavori di quattro fotografi”, spiegano i due curatori.

In totale la manifestazione ospiterà i lavori di quasi quaranta fotografi divisi in cinque sezioni tematiche: archivi, corpo e sofferenza, paesaggio e natura, territori e fotografia documentaria.

Tra gli autori esposti ci sono la francese Camille Gharbi con Preuves d’amour, una serie di still life di oggetti che sono stati usati da uomini che hanno ucciso le loro compagne. L’italiana Caterina Lorenzetti che nel suo lavoro Untitled (The asylum seeker) esplora il tema dei migranti per creare “un nuovo interesse per queste persone che vivono come fantasmi in mezzo a noi”. E ancora il greco Yorgos Yatromanolakis con il lavoro The splitting of the chrysalis & the slow unfolding of the wings sul passaggio che avviene in natura da una vita all’altra, come dalla crisalide alla farfalla, a cui si è ispirato per raccontare il suo percorso personale di ritorno a casa.

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